
Il C.Bio, il marchio del cibo sano nato da un’idea del compianto Fabio Picchi, padre del Cibreo, torna all’asta. Il primo tentativo di vendita del supermercato di via della Mattonaia e di due posti dentro il mercato di Sant’Ambrogio, al prezzo di 833mila euro, è andato infatti deserto lo scorso marzo. Ma il tribunale – che sta amministrando l’attività del punto vendita, regolarmente aperto – non si è perso d’animo e ha dato incarico al curatore, Francesco Terzani di preparare un nuovo avviso. Per la nuova vendita, fissata il 20 giugno, il patrimono della C.Bio è stato spacchettato in tre lotti. Il lotto principale resta quello del supermercato, in cui lavorano quasi tutti i dipendenti (29) del punto vendita. Il prezzo base è fissato a 632.400 euro, ma come prevede la legge saranno ritenute valide anche le offerte ridotte di un quarto, dunque di almeno 474.300 euro. Due lotti separati per i due posti al mercato. La macelleria va all’asta a 77mila euro (offerta minima 57.750 euro) mentre la norcineria (attualmente non in attività) viene messa in vendita a 40mila (offerta minima 30mila). Le offerte dovranno pervenire al giudice che cura la liquidazione giudiziale, Rosa Selvarolo, in busta chiusa entro le 12 del 19 giugno.
Non trova pace, insomma, l’attività in cui aveva creduto Picchi, che nel 2018, aveva dato fiato e gambe all’idea di una bottega attenta alla qualità e alle tradizioni del territorio, nonché a salvaguardare la vivibilità del centro per chi – e il dibattito in questo caso è attualissimo – resiste ancora ad abitare nei quartieri ormai conquistati dal turismo. Pane appena sfornato, latte delle nostre mucche, ortaggi biologici: questo è ancora il C.Bio. "Negli ultimi anni la società è andata incontro ad una crisi che ha avuto come conseguenza il forte incremento del debito", hanno scritto i periti. Purtroppo non è andato in porto neanche un concordato preventivo. Il 16 novembre scorso, si è aperta la liquidazione giudiziale, quando è stata "accertata la sussistenza dei requisiti per l’accesso alla procedura, in particolare in merito all’irreversibilità della situazione di insolvenza". Per far proseguire l’attività, il tribunale ha disposto l’esercizio provvisorio "al fine di salvaguardare il valore dell’avviamento e mantenere l’occupazione". Il market di via della Mattonaia e la macelleria del mercato (dove lavora un dipendente) sono aperti. Segno che, di quel sogno di Picchi, non tutto è fallito.
ste.bro.