
Andrea Raggi ai tempi in cui giocava nel Monaco, Ligue 1 francese
Firenze, 6 marzo 2025 – Combattivo, roccioso e leonino, il classico giocatore che dà tutto per la maglia. Andrea Raggi, 40 anni nato a La Spezia, ex Empoli, Palermo, Bologna, Sampdoria e Monaco, non era un fuoriclasse. Ma sicuramente un buon difensore, con il quale era meglio evitare lo scontro. Almeno in campo. Perché in tribunale, ad oggi, è stato il suo agente di allora, il manager fiorentino Giulio Meozzi, ad avere la meglio.
La corte d’appello di Firenze ha infatti dato ragione all’ex procuratore di Bernardeschi in un contenzioso che va avanti dal 2012. Anno in cui Raggi firmò per la squadra monegasca, l’As Monaco. Proprio su quell’affare il rapporto tra i due si è incrinato. Dando vita a due processi: uno in attesa del giudizio in secondo grado (la prima decisione è andata in favore dell’atleta), e uno la cui sentenza è stata pubblicata ieri.
Il nodo gordiano è il ruolo avuto da Meozzi nel passaggio di Raggi dal Bologna al Monaco. Per l’ex difensore, difeso dagli avvocati Annalisa Roseti e Paolo Rosini, il manager avrebbe taciuto un conflitto di interessi con il club con “l’evidente interesse di spingere a sottoscrivere l’accordo per incassare il compenso dalla società”. Nel contratto firmato, Raggi “aveva inoltre dichiarato di non essersi avvalso di un agente”, mentre Meozzi figurava “come agente del Monaco”. E per questi motivi, l’ex 24 dei monegaschi, chiedeva la restituzione di quanto percepito dal procuratore per l’intero affare. Circa 300mila euro.
Tra Meozzi e il Monaco, si legge nella sentenza, esisteva un contratto per attività di scouting. Questo legame, avrebbe portato il manager a “invogliare Raggi a sottoscrivere il contratto” omettendo di “svolgere trattative al rialzo a suo favore”. Per i giudici fiorentino, sia in primo che in secondo grado, il “sacrificio” dell’ex calciatore non è evidente. Anche sulla base delle dichiarazioni rilasciate ai tempi da Raggi alla stampa e per l’aumento dello stipendio ricevuto rispetto agli accordi precedenti.
Inoltre, si legge ancora, dal contratto stipulato con il Monaco, emerge “chiaramente che al calciatore era stato reso noto che il suo agente forniva servizi alla società”.
Quanto alla restituzione dei circa 300mila euro. Emerge che il pagamento si basava su un altro rapporto “contrattuale col quale le parti avevano concordato ulteriore bonus economico” in favore del procuratore. Quindi, per i giudici, la questione è del tutto “assorbita”.
Su Raggi e Meozzi c’è anche un’altra sentenza datata febbraio 2022. In quel caso, il procuratore chiedeva la condanna dell’ex calciatore al pagamento della somma di 278mila euro, oltre ai danni quantificati in 340mila euro.
Sul banco la questione del compenso contrattuale del manager fiorentino nel periodo di attività dello sportivo. A vincere fu Raggi, con Meozzi condannato a pagare le spese di lite di 20mila euro. Mentre in secondo grado, per l’altra questione, Raggi dovrà pagare 7mila euro agli avvocati dell’agente.