STEFANO BROGIONI
Cronaca

Cattedropoli e filone Keu. Rebus abuso d’ufficio. Mercoledì la Consulta

L’abrogazione del reato ha congelato due dei nostri processi. Ma in questa settimana la valutazione sulla legittimità della riforma.

Un’aula del tribunale di Firenze

Un’aula del tribunale di Firenze

di Stefano BrogioniFIRENZE“Cattedropoli“ e keu. Il destino di almeno tre processi molto attesi è appeso alla decisione della Corte Costituzionale sul reato, abrogato nell’agosto dell’anno scorso, di abuso d’ufficio. E il giorno è quasi arrivato: mercoledì, a Palazzo della Consulta, si svolgerà infatti l’udienza pubblica nella quale si discuterà dei rilievi mossi con 14 ordinanze da diverse autorita giudiziarie del Paese rispetto alla riforma della giustizia voluta dal Guardasiggili Carlo Nordio.

La Corte, in particolare, è chiamata a valutare se l’abrogazione del reato che era previsto dall’articolo 323 del codice penale sia in contrasto con i principi costituzionali sanciti dagli articoli 3, 11, 97 e 117, primo comma, della Costituzione, anche in riferimento alla Convenzione Onu contro la corruzione del 2003 - la cosiddetta Convenzione di Merida - ratificata e resa esecutiva con una legge del 2009.

"Il legislatore - scrive la Cassazione in un’ordinanza con cui ha trasmesso gli atti alla Consulta nel febbraio scorso - nell’abrogare il reato di abuso d’ufficio, non ha correlativamente rafforzato il livello di prevenzione, a livello amministrativo, contro le condotte abusive e la violazione dell’imparzialità da parte dei pubblici agenti in danno dei privati, come imposto dagli articoli 1, 7, quarto comma, 19 e 65, primo comma, della Convenzione di Merida".

E ancora: "la scelta del legislatore italiano", si legge in un’ordinanza di rimessione del gip di Roma, sempre dello scorso febbraio, "ha determinato un deciso arretramento nel perseguimento degli scopi del trattato, con l’adozione della norma abrogativa di cui si tratta, assunta in violazione degli obblighi suindicati, che imponevano di mantenere incriminazione. Il potere legislativo appare, dunque, essere stato esercitato in contrasto con gli obblighi internazionali assunti". Quanto alla violazione dell’articolo 3 della Costituzione, il gup di Firenze, nella sua ordinanza di rimessione dell’ottobre scorso maturata proprio nel corso dell’udienza preliminare sui presunti concorsi pilotati presso l’azienda universitaria-ospedaliera di Careggi e Mayer, afferma che "si ritiene che la scelta legislativa di abrogare l’abuso d’ufficio confligga con l’articolo 3 della Costituzione, che sancisce il principio di uguaglianza, in particolare nella sua specificazione della necessaria ragionevolezza dell’esercizio del potere legislativo, con la necessità che non vi sia una disparità di trattamento giuridico e sanzionatorio tra fattispecie analoghe o con fattispecie esprimenti un disvalore oggettivo ancor più lieve rispetto a quello della fattispecie abrogata".

Giudice relatore della causa sarà il vicepresidente della Corte Francesco Viganò: in udienza pubblica interverranno, oltre ai difensori delle parti dei procedimenti da cui è scaturita la trasmissione degli atti alla Consulta, gli avvocati dello Stato Ettore Figliolia, Lorenzo D’Ascia e Massimo Di Benedetto.

Nell’attesa di sapere il destino dell’abuso d’ufficio, sono stati messi in freezer le udienze dibattimentali del concorso di cardiochirurgia, la preliminare del presunto “sistema Careggi“ e anche l’udienza del filone “politico“ del keu. Tutte inchieste dove era contestato l’abuso d’ufficio.