
Carissimi e pieni di magagne Telepass pazzi, poche colonnine E nei parcheggi c’è chi ha paura San Lorenzo il più degradato
Firenze, 21 giugno 2023 – Troppo cari, sottoutilizzati, pieni di targhe di turisti ma poche fiorentine, e con Telepass che non vuol saperne di funzionare. Queste le tre caratteristiche che accomunano i grandi parcheggi a pagamento fiorentini di Fi Park. Ne abbiamo presi in esame quattro, partendo da Porta Romana, parcheggio Oltrarno. Sarà di gran lunga il migliore tra quelli che visiteremo: la location è suggestiva, lungo le mura arnolfiane da cui pendono bei fiori di cappero, curata e pulita, gli anziani ci passeggiano volentieri, lontano dal traffico e le folle di turisti al di là dell’isolato. Posizione strategica per parcheggiare nel quartiere che la Lonely Planet ha definito il più cool del mondo. Molto usato vicino all’ingresso di Porta Romana e all’uscita di piazza Tasso, è quasi vuoto nel mezzo: questo perché il lungo filare di case su via dei Serragli obbliga a una lunga camminata.
Altro problema, che condivide con la maggioranza degli altri parcheggi, la mancanza di colonnine elettriche. Arriva una Tesla: "Con l’auto elettrica possiamo anche entrare in centro e non pagare i parcheggi in zona blu, siamo in lista bianca – spiega la donna – Ma i parcheggi non ce ne sono, quindi sono venuta qui. E qui tocca a pagare, perché il Telepass non riconosce le auto elettriche da quelle termiche. per non parlare delle colonnine di ricarica: quelle fuori sono sempre tutte occupate. Qui in questo parcheggio dove ci tocca a pagare, invece, nemmeno ci sono".
Ci spostiamo a quello di piazza Alberti: qui situazione decisamente peggiore. Tanti anfratti che rendono facile nascondersi, soprattutto dal lato piazza Nannotti, lasciano vedere graffiti e tracce di bivacchi. Probabilmente c’è una lotta tra manutentori il giorno – quando arriviamo gli operai stanno decespugliando fino al più minuzioso bordo – e incivili la notte. Il pianterreno e il primo sono pieni, ma il secondo neanche a metà e l’ultimo sul tetto è deserto, solo una Vespa lasciata stranamente lassù. "Non c’è tanto da dire: costa troppo", commenta un signore che si sbriga a pagare per non far scattare la mezzora in più.
All’Archivio di Stato si cambia musica, è il caso di dirlo: una rilassante melodia filodiffusa rende meno squallido l’ambiente. Anche se la pavimentazione che presenta segni d’usura vistosi e l’ascensore dal clima tropicale non rendono piacevole la scesa di macchina. Dulcis in fundo, il bottone del semaforo pedonale lato centro è rotto.
Raggiungiamo San Lorenzo: è quello tenuto peggio: molto sporco, c’è pure una pila rotta che versa acido in terra. L’intonaco cade a pezzi, i pavimenti sono rattoppati e dai tombini esce un odore fetido. "Con quello che costa – sbuffa una ragazza che lavora vicino – lo uso poco, ma mai la sera, avrei paura. Spesso ci sono risse tra immigrati. Il degrado è ovunque qui". "Si sopporta tutto – dice Mario – Ma il Telepass che funziona una volta sì e due no, quello no". "Quello che non tollero è che sulle scalette ci sono sempre stranieri a sedere, io cammino male e devo arreggermi al corrimano, non si spostano neppure, i vigili dovrebbero controllare", indica Lucia. Pochi passi e siamo sotto la Stazione, il parcheggio più volte al centro delle cronache negli scorsi mesi per degrado. Ma la situazione pare nettamente migliorata: a differenza di fuori, neanche un balordo, ed è pure tirato a lucido. Ciò nonostante due piani su tre sono semivuoti: per 3,80 euro l’ora d’altronde, meglio rischiare la multa.