
Firenze, il carcere di Sollicciano (foto d'archivio Germogli)
Firenze, 13 marzo 2025 – Ancora un morto nel carcere fiorentino di Sollicciano. A darne notizie è il segretario generale regionale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria, Eleuterio Grieco.
Il detenuto, un italiano poco più che trentenne, sarebbe morto per overdose.
"Sembra – dice Grieco – che siano state trovate siringhe e materiale per uso di stupefacenti. Come Uil-Pa Polizia Penitenziaria denunciamo da mesi che il carcere di Sollicciano è fuori controllo e abbiamo ribadito la necessita di avere una direzione stabile e un comando che riporti l’ordine e la sicurezza nei reparti di detenzione oltre a tutto quello che manca per la sua normale funzionalità. Da mesi diciamo al provveditore regionale che dobbiamo incontrarci e parlare di Sollicciano e di tutti i suoi problemi, ma sembra che si è di fronte ad un muro di gomma, oltre al fatto che manca anche il rispetto delle rappresentanze sindacali dal momento che non si accoglie l’incontro”.
Conclude Grieco: “A questo punto chiediamo che si apre immediatamente un tavolo al Dipartimento amministrazione penitenziaria e si inizi a mettere al centro la catena di responsabilità di questa amministrazione che sembrerebbe divenuta insensibile dinanzi alla vita umana”.
"Le nostre carceri si sono trasformate in vere e proprie farmacie a cielo aperto, dove i detenuti tossicodipendenti, in preda alla disperazione, cercano sollievo dall'astinenza miscelando psicofarmaci con sostanze come codeina, ossicodone, fentanyl, eroina, subxone, shaboo e crack, di cui i nostri istituti penitenziari sono purtroppo saturi - dichiara il sindacalista", dice il segretario generale dell'Osapp, Leo Beneduci.
Dice il segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Francesco Oliviero: “Ancora una volta siamo chiamati a commentare una morte in carcere che forse poteva e doveva essere evitata. Più volte abbiamo ribadito che la struttura del carcere fiorentino è in gravi condizioni strutturali e il lavoro del poliziotto penitenziario è divenuto difficilissimo. Da tempo chiediamo l'istituzione di un Reparto cinofili che possa aiutare a prevenire l'introduzione all'interno dell'Istituto di sostanze non consentite. Allo stato, seppur sono state espletate tutte le procedure per la selezione del personale, è da circa un anno che queste unità sono in attesa di essere convocate per l'espletamento del corso di formazione. Pertanto, si richiede per l'ennesima volta, un intervento risolutivo sulla questione dell'Istituto fiorentino e una presa di posizione certa da parte dell'Amministrazione Penitenziaria Centrale che dia dignità lavorativa a tutto il personale che presta servizio con spirito di abnegazione ed enormi sacrifici”, conclude Oliviero.
Per Donato Capece, segretario generale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, “un detenuto che muore in carcere è sempre una tragedia” e commenta: “È oramai continua l'azione di contrasto per l'introduzione, la detenzione e l'uso di telefoni cellulari e droga in carcere che vede quotidianamente impegnati gli uomini e le donne del Corpo di Polizia penitenziaria. È un fenomeno sempre più in crescita di quello dei tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti a livello nazionale negli Istituti di pena che di materiale atto alle comunicazioni, come i telefonini. Per questo è fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Questo vale per Sollicciano ma anche per tutte le altre strutture detentive toscane".
Proprio nelle scorse ore l’Osservatorio Antigone Toscana aveva fatto il punto della situazione: "Dopo la visita di dicembre, venerdì scorso siamo tornati nel carcere fiorentino di Sollicciano sperando di poter registrare qualche miglioramento, ma la situazione da allora ad oggi se possibile è ulteriormente peggiorata", avevano detto.
I numeri dati dall’Osservatorio: 534 persone presenti a fronte di una capienza di 497 posti e 136 posti non disponibili. “Le celle ospitano fino a tre persone in un letto a castello a tre piani che arriva quasi al soffitto e abbiamo trovato una persona ospitata da due mesi nel reparto di isolamento, usato prevalentemente come reparto di primo ingresso, perché non c’è spazio altrove. Per non parlare della struttura. Abbiamo visto infiltrazioni e muffa ovunque, anche in spazi ristrutturati da poco, anche nelle postazioni del personale di polizia. E le condizioni in cui versano molte celle sono indegne. In molte manca il mobilio, la luce, come anche nel corridoio della seconda sezione, dove dopo il tramonto il personale si muove con le torce", il terribile quadro di Sollicciano che esce da questa visita.