CARLO CASINI
Cronaca

Caos strade private. La rivolta dei residenti: "Paghiamo la gestione ma le usano tutti"

Battaglia per le spese di manutenzione nell’area vicina a parco e tribunale. Un migliaio di inquilini riuniti in un consorzio protestano con il Comune:. "Compri le vie e se ne prenda cura". Ma i nodi da sciogliere sono tanti.

Caos strade private. La rivolta dei residenti: "Paghiamo la gestione ma le usano tutti"

Chi ha i primi fili argentati in testa, ricorderà quando Novoli era il quartiere delle fabbriche; e tra tutte, dal 1938, la Fiat fu l’orgoglio operaio del rione per mezzo secolo. La grande area tra viale Guidoni e via di Novoli, oggi è forse la più grande opera di rigenerazione urbana fiorentina, cuore direzionale della città: il tribunale, il polo universitario, ma anche il parco, il centro commerciale, i negozi e tantissimi palazzi residenziali in mezzo. E qui casca l’asino. Perché quel groviglio di vie intorno a piazza Ugo di Toscana è proprietà privata, ma a uso pubblico, pubblicissimo: vengono percorse ogni giorno da migliaia di persone.

E chi dovrebbe pagare la manutenzione? I proprietari, ossia i soggetti riuniti in un consorzio che vede tre attori: l’Università, l’Immobiliare Novoli e, loro malgrado, gli acquirenti di appartamenti. Che non ci stanno più e danno battaglia per chiedere che il Comune acquisisca la proprietà di queste strade, riconoscendo uno stato di fatto; però Palazzo Vecchio fa orecchie da mercante, offrendosi di compartecipare alle spese ma non di rilevare l’area; così i neonovolini si sono riuniti in un comitato di 350 proprietari per un migliaio di inquilini totali. E ora hanno fatto partire la diffida all’amministrazione comunale.

"L’utilizzo è talmente massivo che il Comune non può pretendere che i privati si sobbarchino i costi di manutenzione a vantaggio di tutta la comunità – spiega l’avvocato Francesco Fameli – Sono stimati 15mila passaggi al giorno solo di utenti diretti all’università, più tutti gli altri. Chiaro che la manutenzione deve spettare al Comune".

"Nel 2014 e nel 2019 sono state fatte delle convenzioni dal Comune con l’Immobiliare Novoli, che si è qualificata proprietaria dell’area, ma da quando ha venduto 698 alloggi a privati lo è solo di una parte. – ripercorre l’avvocato – Quindi quelle convenzioni dovevano essere stipulate dal consorzio e non dall’immobiliare, che è solo uno dei soggetti. I privati son diventati consorziati nel momento in cui hanno acquistato l’immobile, anche se nei rogiti sono state apposte clausole difformi negli anni. Quelle clausole sono nulle per indeterminatezza degli obblighi". La richiesta è suffragata dal fatto che "il consorzio fu costituito nel 2003, ma i privati non sono mai stati convocati fino a ottobre 2023; inoltre non ci sono quote millesimali approvate e ufficiali".

Perciò il comitato ha "diffidato il Comune a prendersi carico della manutenzione, assumendosene piuttosto l’integralità dei costi, ma è disponibile anche a dialogare con il Comune". Oltre a considerare una "messa in mora per i danni patiti, perché la gestione del ventennio ha portato danni per l’usura del pubblico uso".

Aveva sollevato la questione negli scorsi mesi anche l’attuale consigliere comunale (già di Quartiere) Matteo Chelli di FdI: "Farsi belli con le tasche dei cittadini è un must dell’amministrazione fiorentina targata Pd. La soluzione proposta alle rimostranze del Comitato San Donato è quella di "compartecipare" alle spese di gestione e manutenzione, quando in realtà l’unica scelta plausibile sarebbe acquisire quelle strade e piazze che non hanno evidentemente più alcuna connotazione privatistica". Ma l’acquisizione da parte del Comune non è così immediata, spiega il neopresidente di Quartiere 5 Filippo Ferraro che da due mandati già seguiva la vicenda come consigliere (Pd): "Il piano di recupero, iniziato negli anni ’90, di questa grande area con la previsione di queste strade private a uso pubblico oggi è anacronistico. Le strade sono utilizzate al 90% da estranei ai condomini. Giustamente i residenti hanno da eccepire".

"Purtroppo – considera – negli atti di compravendita dei proprietari c’è la presa d’atto della situazione. Il Comune cosa può fare? Difficilmente può acquisire tutto. Da una parte perché i sottoservizi, in primis la vasca dell’impianto antincendio, comunicano con quelli privati. Dall’altra, se il Comune prende in carico una strada la prende allo stato dell’arte, e spesso queste strade sono in condizioni tali da avere un bisogno enorme di manutenzione iniziale, che sarebbe quindi una spesa da sostenere dai proprietari a prescindere dalla creazione del consorzio".