FIRENZE
La salvezza della società e la tutela dei novant’anni di storia dei Canottieri Comunali è (anche) nelle mani del ministro dello sport Andrea Abodi.
Della paradossale situazione che, ormai dal 2016, stanno vivendo in lungarno Ferrucci è stato infatti informato anche il massimo esponente dello sport italiano. E pure i suoi uffici stanno lavorando a una soluzione che garantisca la sopravvivenza dei Canottieri Comunali. Impegno che si somma a quello annunciato da Comune e Regione in occasione del recente compleanno.
Le peripezie di questa realtà, fondata nel 1934, iniziano con il mancato rinnovo dell’ultima concessione accordata da Palazzo Vecchio. Seppur da sempre presenti lungo il corso dell’Arno, le strutture poste lungo il corso d’acqua finalizzate all’attività del canottaggio divennero infatti fuori legge per una questione di distanze dall’argine. Inoltre, quell’impianto, anche se storico non aveva mai ottenuto un formale rilascio di titolo edilizio. Nel 2014, comunque, alcune parti della sede, più vicine al corso d’acqua, erano state demolite per ottemperare a una disposizione della Provincia.
Più recentemente, nonostante la convenzione scaduta, Palazzo Vecchio, ha approvato un progetto di riqualificazione degli impianti sportivi sulla riva sinistra dell’Arno e inserito l’attività dei Canottieri Comunali di lungarno Ferrucci tra "le funzioni di interesse pubblico storicizzato".
Forse è proprio il valore storico di questa società che potrebbe rappresentare la più concreta scialuppa di salvataggio: il possesso di questo requisito, in base a una recente legge regionale, potrebbe portare in lungarno Ferrucci nuove tutele urbanistiche. C’è poi un’altra strada, anche se tortuosa, che potrebbe “azzerare“ la situazione dei Canottieri Comunali: è la legge speciale sui documenti persi durante i cataclismi. In lungarno Ferrucci hanno vissuto l’alluvione, anche se, come dimostra l’attuale attività sportiva e sociale, hanno saputo rialzarsi con forza e decisione.