Coronavirus, penne e quaderni nei supermarket. L’ira dei negozi

Rossi autorizza i supermercati a vendere oggetti di cancelleria e fiori. Confcommercio si infuria: "Così si uccidono gli esercenti"

Fa discutere l’autorizzazione alla vendita di cancelleria nei supermercati

Fa discutere l’autorizzazione alla vendita di cancelleria nei supermercati

Firenze, 10 aprile 2020 - In piena emergenza Coronavirus scoppia anche la guerra dei “pennarelli“, con l’aggiunta dei gerani e delle margherite. Del resto le restrizioni del “lockdown“ stanno stritolando migliaia di commercianti, che non sanno quando, ma sopratutto se, riusciranno ad riaprire bottega. Ed ecco allora che la decisione varata dalla Regione, per consentire ai supermercati di tornare a vendere materiale di cancelleria, giocattoli, fiori, suona come un’ennesima pugnalata al cuore dei piccoli commercianti.

Confcommercio è furiosa. Dopo l’ordinanza firmata ieri dal governatore, Enrico Rossi, il direttore regionale dell’associazione, Franco Marinoni, grida allo scandalo: "È inammissibile la decisione della Regione di autorizzare la vendita di materiale di cancelleria, giocattoli, fiori e piante all’interno dei supermercati. E cartolerie e cartolibrerie, fioristi e giocattolai? Sono forse imprese figlie di un dio minore?".

Per la verità, la sensazione è che sia i fiori sia i pennarelli siano sempre stti venduti dalla grande distribuzione, più o meno. E che invece di intensificare i controlli, fosse più realistico modificare la norma.

Il problema è che la deroga è considerata adesso commercio una vera e propria discriminazione fra piccoli esercenti e grande distribuzione. "Tante cartolerie si sono attrezzate con la consegna a domicilio - prosegue Marinoni –, più per offrire un servizio ai clienti che per tentare un nuovo business remunerativo. Lo stesso hanno fatto negozi di fiori e di giocattoli. Ora però’ la Regione Toscana di fatto ha deciso di buttarli fuori dal mercato favorendo solo alcune imprese. Per noi vale la regola, o tutte o nessuna. Soprattutto in momenti come questi, di difficoltà enorme, certe sperequazioni diventano insopportabili".

Confcommercio non capisce,oltretutto, perché la gastronomia possa essere acquistata nei supermercati e non consentita ai ristoratori, magari con la consegna a domicilio. "Troviamo davvero strano e incoerente che l’assessore regionale Stefano Ciuoffo prima inviti i cittadini a privilegiare i negozi di vicinato, e poi li obblighi ad andare nei supermercati se vogliono approvvigionarsi di cancelleria, giochi o fiori", conclude Marinoni.Intanto, almeno a Firenze, il giorno di Pasqua e Pasquetta dovrebberro essere chiusi tutti, compresi coloro che vengono generi alimentari, grandi e piccoli.

Lo ha proposto il sindaco Dario Nardella che ieri ha parlato della necessità di tenere a casa più persone possibili, che così non hanno il pretesto di fare la spesa. "Abbiamo pensato di firmare un’ordinanza per chiudere tutti i negozi alimentari a Pasqua e Pasquetta con l’obiettivo di contenere il contagio da Coronavirus – spiega Nardella – . Mi sono confrontato anche con i sindaci della provincia, in modo da assumere misure omogenee su tutto il territorio. Credo che sia opportuno, per evitare il rischio che tutti vadano in giro con la scusa di andare a comprare un uovo di Pasqua è molto alto".

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