
Se n’è andata a 91 anni: era ospite alla Rsa La Mimosa. Tantissimi messaggi di affetto e cordoglio . Da piccola, quando vedeva i tedeschi, correva a casa e diceva ai ricercati di nascondersi in soffitta.
Quando vedeva arrivare la camionetta dei tedeschi, tornava di corsa verso casa e diceva a tutti di nascondersi nel soppalco. Nara Cambi aveva solo 10 anni, ma aveva già capito l’orrore della guerra e della deportazione. E adesso che ha salutato la vita terrena, all’età di 91 anni, la sua è una storia che emoziona ancora di più. A maggior ragione nell’epoca storica che stiamo vivendo.
Era ospite della Rsa La Mimosa, gestita dal Consorzio Zenit, struttura che si trova a pochi metri da quella che una volta era la sua abitazione. Una notizia, quella della sua morte, che ieri ha provocato grande commozione anche sui social, dove in tanti hanno voluto lasciare un messaggio di cordoglio. Dove è stata ricordata come la "Nara della Villa" o "Brava persona villese", a voler sottolineare il legame che Nara Cambi aveva con la zona de La Villa, che da Campi porta verso Capalle. E ancora: "L’ho conosciuta, una persona buona".
A gennaio, fra l’altro, in occasione del giorno della memoria, aveva incontrato un gruppo di studenti della scuola primaria Salviati dell’istituto comprensivo Pieraccini di Firenze, in via Bolognese, bambini che hanno la stessa età di quando lei ha vissuto la guerra. Una scuola scelta non a caso, la Salviati, visto che fu una casa del Fascio, sede locale del Partito Nazionale Fascista, per poi riscattarsi nel dopoguerra diventando appunto una scuola, un luogo dove costruire una cultura democratica. Un incontro a cui Nara Cambi non è voluta mancare, ricordandosi – e ricordando – degli orrori che aveva visto con i propri occhi. Nara, infatti, sapeva che nella sua casa a Campi i genitori, Luigi e Nella nascondevano gli ebrei e tutte quelle persone considerate, loro malgrado, a rischio deportazione in una stanza seminascosta dove gli sguardi dei tedeschi sarebbero potuti arrivare più difficilmente. E quindi, ogni volta che c’era il rischio di rastrellamenti, lei dava una mano.
"Si nascondevano le persone in una specie di soffitta – raccontava – a cui si accedeva da una porticina, dentro quella stanza si rifugiavano fino a venti persone, stavano sdraiati sui materassi. Quando arrivavano i tedeschi, dicevo loro di nascondersi, quando i tedeschi erano passati, dicevo loro che potevano uscire". I ricordi di Nara, che era cugina del celebre cantante Narciso Parigi, sono rimasti vivi fino agli ultimi giorni: "Ricordo i bombardamenti dagli aerei, ci nascondevamo nelle fosse in mezzo ai campi, ci portavamo le coperte per ripararci dal freddo. Era difficile perfino trovare cibo, ricordo che i miei parenti rubavano il grano per sopravvivere". E poi quei momenti vissuti in mezzo ai tedeschi: "Mi avevano reclutata per pelare le patate nelle loro cucine, con me non erano cattivi, ricordo che mi regalavano le caramelle".