
Calzette gialle e talento La stella della scherma parla toscano in Usa "Io, 13 anni e 80 medaglie"
di Franco Morabito
Valentina Chiarelli ha compiuto da poco 13 anni, è una bella ragazzina, figlia unica, ed è nata a New York dove vive con i genitori: la madre Elisabet, spagnola di Barcellona ("ma preferisco definirmi catalana") e il padre Giovanni, fiorentino di Campo di Marte, che si è trasferito in America per lavoro trent’anni fa ma che torna spesso e volentieri "a casa" dove ha ancora familiari e molti amici. Valentina parla tre lingue, ha il triplo passaporto, frequenta con buoni voti la scuola – attualmente fa quella che da noi sarebbe la seconda media – ma il motivo per il quale ne scriviamo è perché, pur essendo ancora giovanissima, negli Stati Uniti è già diventata una star della scherma, attualmente la numero due nelle classifiche nazionali giovanili.
Tira di sciabola e gli esperti affermano che è un vero talento, finora fra successi e piazzamenti ha già collezionato più di ottanta medaglie. I circoli più prestigiosi della Grande Mela se la contendono prevedendone futuri e duraturi trionfi. L’abbiamo incontrata a Firenze alla vigilia della sua ripartenza.
Valentina, com’è nata, e quando, la tua idea di fare scherma?
"Ho iniziato per caso, avevo poco più di 6 anni, un amichetto di scuola il cui nonno era stato un famoso schermitore, mi volle portare con sé per provare. Quello sport mi è piaciuto subito. Io ho continuato mentre lui dopo poco ha smesso".
E perché proprio la sciabola: un’arma non certo facile specie per chi è all’inizio.
"Perché è molto veloce e si addice meglio alle mie caratteristiche".
Anche tua madre tira di scherma.
"Sì, ma non è stata lei a convincermi".
Dove ti alleni e quanto?
"Quattro ore al giorno tre-quattro volte la settimana al Manhattan Center di New York, una delle scuole più prestigiose di tutti gli Stati Uniti, diretta da Yuri Gelman, allenatore della nazionale in sei edizioni dei Giochi olimpici, e con uno staff di altri maestri, tutti ex atleti di altissimo livello".
Fra sport e studio ti rimane anche un po’ di tempo per qualche hobby?
"Per diletto mi piace praticare anche altri sport; quando posso, vado a cavallo, gioco a basket e a pallavolo".
Qual è finora la vittoria che ricordi con più piacere?
"Quella ottenuta un mese e mezzo fa in Polonia ai campionati internazionali giovanili".
I tuoi prossimi impegni?
"Alcune gare in preparazione dei campionati statunitensi che si terranno a luglio in Arizona; oltre che nella mia categoria gareggerò anche negli under 14 e gli under 16".
Ora una curiosità: perché quando sali in pedana indossi sempre i calzettoni gialli anziché bianchi come tutti gli altri?
"Dovreste chiederlo a mio padre: è sempre stato un fan di Valentino Rossi ed è riuscito a trasmettere anche a me questa sua passione. Così ho adottato il giallo come mio colore preferito e non cambio più".
Versione, questa, confermata da papà Giovanni che, anzi, aggiunge qualcosa di suo: "Quando Valentina fu concepita io e mia moglie, anche lei appassionata di moto, ci trovavamo in California, al circuito di Laguna Seca dove avrebbe gareggiato proprio il "dottore". Ed è per questo che quando è nata abbiamo voluto chiamarla così.