
FIRENZE
Un tubo innocenti in alluminio lungo circa quattro metri e pesante diversi chili, sfuggito dalle mani di un addetto alla manutenzione, è venuto giù dal ponteggio che abbraccia il Duomo nella parte sud-est.
E’ caduto dentro il perimetro di sicurezza di cantiere (un’area complessiva di circa 250 metri quadri), ma dopo aver toccato il suolo è rimbalzato fuori dalla paracinta alta quattro metri, scavalcandola.
Il tubo è stato raccolto sul selciato di piazza del Duomo, teatro, ieri pomeriggio, di un bel miracolo.
Perché, in quei pochi secondi con il fiato sospeso, nessuno si è fatto male.
Il rischio è stato grosso: se qualcuno si fosse trovato lì, dove il tubo è atterrato, avrebbe potuto farsi molto male. Alla "sfortunata casualità", come la definisce l’architetto Samuele Caciagli, responsabile area tecnica dell’Opera del Duomo, consistita in un errore di un operaio lassù in alto, dove si lavora per mantenere inalterata la magnificiente bellezza della cattedrale, fa da contraltare la benevola circostanza che il tubo non abbia colpito nessuno. Né operai, né passanti. "E’ la prima volta che capita - dice il responsabile del gruppo operai, Carlo Tacconi - fortunatamente non si è fatto male nessuno".
Fortuna certo, ma anche la maniacale attenzione alla sicurezza ha fatto la sua parte. Basti pensare che la paracinta che delimita una sorta di zona cuscinetto creata attorno al perimetro dall’area interessata dall’intervento, proprio per evitare che possibili cadute dall’alto possano coinvolgere estranei, è alta esattamente il doppio dei due metri previsti dalle norme. Anche se, per l’elasticità del tubo, caricato dall’altezza, non sono bastati a contenere il ’salto’.
"L’area di cantiere ha svolto il suo compito", aggiunge Caciagli. "I nostri cantieri sono stati oggetto di numerosi controlli, l’Inail li utilizza per i corsi di caduta dall’alto. E’ stato un errore umano: convocheremo la riunione di coordinamento per fare una verifica su quello che è accaduto e su quello che, eventualmente, potremo fare".
D’altronde, la manutenzione di un monumento simbolo della città, conosciuto in ogni angolo del mondo, costa un’attenzione pressoché continua.
Ieri, ad esempio, gli operai specializzati dovevano raggiungere le tribune morte dell’opera del Brunelleschi. A metà settembre, sono cominciati i lavori alla Porta dei Cornacchini, situata sul lato nord della cattedrale. I marmi che la rivestono hanno bisogno di una bella ripulita.
stefano brogioni