REDAZIONE FIRENZE

Bullismo nella chat di scuola, ragazzini assolti per "tenuità del fatto"

Da bulli a stalker: al compagno davano del “ciccione” e della “balena”, ma il pm chiede il non luogo a procedere e il giudice lo dispone

L'indagine si è ridimensionata davanti alla Procura dei minori

L'indagine si è ridimensionata davanti alla Procura dei minori

Firenze, 5 maggio 2025 – Il bullismo nei confronti del compagno di scuola più debole si trasformò in stalking. Ma l’accusa che ha alimentato un’inchiesta della procura dei minori si è ridimensionata davanti al giudice del tribunale: fu una condotta di particolarità tenuità e un comportamento occasionale. Tanto da spingere il pubblico ministero a chiedere una sentenza di non luogo a procedere, richiesta assecondata dal giudice, "quando – dice il codice penale minorile – l’ulteriore corso del procedimento pregiudica le esigenze educative del minorenne".

L’esito del processo, tuttavia, sebbene accolto con soddisfazione dai tre imputati, dalle loro famiglie e dai relativi difensori (gli avvocati Maria Cristina Paoli, Sabrina Del Fio, Ugo Ronchi ed Erio Cecchini) non cancella comportamenti comunque da biasimare. I fatti, avvenuti nel contesto di un istituto tecnico fiorentino, risalgono all’anno scolastico 2021/2022 e per metà di quello successivo (fino a che non ci fu un cambio di scuola).

I ragazzi, all’epoca di 15/16 anni, avevano bersagliato il compagno di scuola, non solo con gli sfottò sul suo aspetto fisico, ma lanciandogli palline di carta mentre era interrogato alla lavagna, danneggiando il suo materiale scolastico, e anche creando alcune chat whatsapp per deriderlo.

Lo chiamavano “ciccione“, “balena“, “pomodoro grappolo”. In alcune occasioni, le prese in giro diventavano anche condite da percosse e venivano riprese con il cellulare. Di modo che, nelle chat creato appositamente per ridicolizzarlo, girassero anche questi video. Oltre agli ’sticker’ o i fotomontaggi.

L’azione dei bulli divenne talmente asfissiante che lo studente preferiva non restare da solo con i compagni e si faceva venire a portare e a prendere dai genitori.

A denunciare questi episodi fu l’istituto scolastico, che prese anche alcuni provvedimenti disciplinari nei confronti dei tre giovani. Che dal punto di vista penale ne sono usciti indenni.