CARLO CASINI
Cronaca

"Bonus sposi? Farebbe comodo La cerimonia costa un patrimonio"

Alessia e Matteo finora hanno rinunciato al fatidico sì a causa del Covid, ma anche delle spese da affrontare

di Carlo Casini

Il 2023 che sta arrivando, nelle previsioni sarà l’anno della ripresa, persino cospicua, dei matrimoni in città. Il fatidico sì verrà pronunciato soprattutto da chi ha dovuto rinviare le nozze a causa della pandemia. Il Comune di Firenze stima che il prossimo anno verranno celebrati circa 1300 sposalizi, il 70% con rito civile, il rimanente 30% in chiesa.

Intanto (vedi anche l’articolo affianco nella stessa pagina) nelle ultime ore ha suscitato discussioni la proposta di legge di alcuni parlamentari della Lega: un bonus fiscale fino a 20mila euro a chi per sposarsi sceglie il rito religioso. "Se ancora non ci siamo sposati, è soprattutto per un motivo economico – spiegano Matteo e Alessia – Sposarsi costa troppo: in base ai matrimoni dei nostri amici stimiamo una spesa tra i dieci e i ventimila euro, e speriamo di rimanere più sui dieci che sui venti. Certamente un bonus, anche fossero soltanto mille euro, farebbe comodo...". Alessia Pierattini e Matteo Civai, 29 e 34 anni, educatori di cooperativa, sono colleghi di lavoro. Dal loro rapporto professionale è presto sbocciato l’amore: sei anni fa si sono fidanzati e da quattro convivono. Con un sogno nel cassetto: suggellare il loro rapporto con il matrimonio. "Siamo andati a convivere dopo due anni di relazione, di comune accordo – raccontano –. Per testare una relazione, è uno dei metodi migliori perché in convivenza ti conosci meglio. In questi quattro anni abbiamo appurato che c’è molta affinità tra noi e riusciamo a trovare nostri spazi personali anche vivendo nella stessa casa. Abbiamo affrontato insieme pure la pandemia e abbiamo capito che stare insieme ci rende ancora più forti. La convivenza ci ha avvicinato e ci ha dato una conferma come coppia. All’inizio, ovviamente devi conoscere l’altra persona e imparare a conviverci, sapere quali sono i momenti e gli spazi di ognuno, anche sulle cose più banali e quotidiane come il momento della tavola, gli orari, le abitudini. La nostra idea è comunque quella di sposarci, ancora dobbiamo decidere se con rito civile o religioso, ma più probabilmente pensiamo civile". Un sogno che, talvolta, si dilata nel futuro principalmente a causa dei notevoli costi che richiede la cerimonia.

Nel frattempo, a rallentare l’iter delle cerimonie nuziali c’è stata c’è stata l’emergenza Covid: "Ma adesso si spera che la pandemia sia finita e siamo più tranquilli – affermano fiduciosi i due innamorati – Sicuramente non avremmo fissato le nozze prima di avere la certezza di poterci sposare. Tuttavia avremo fatto lo stesso questo percorso di quattro anni, anche perché il discorso economico tale era prima e tale è rimasto ora".

A consolidare ancora più l’idea di poter finalmente indossare la fede nuziale, c’è una stabilità lavorativa che nei primi periodi della relazione ancora non c’era: "Abbiamo due contratti a tempo indeterminato, ma inizialmente eravamo precari, adesso ci sentiamo più sicuri nell’affrontare questo passo". All’atto pratico il matrimonio però, sottolineano Matteo e Alessia, non cambia la forza del loro rapporto: "Il matrimonio lo vediamo come un festeggiare il nostro amore insieme alle persone a cui vogliamo bene, un momento per stare insieme a tutti loro. A livello di coppia però, tra una convivenza e un matrimonio, non c’è differenza. Semmai, la differenza è a livello burocratico, per le maggiori garanzie che ha solo una coppia sposata. Se l’amore tra due persone c’è, di certo c’è a prescindere dal matrimonio o dalla convivenza".