Una storia tutta al femminile, di donne votate a Dio e alla maternità – anche adottiva – da una parte, e altre donne, anche bambine, che cercavano rifugio. ’Suora Mamma e Suora Babbo’, che andrà in scena al Teatro Le Laudi domani sera alle 20,30, racconta la storia vera di Susanna Silberstein Trevisani in Ceccherini, una bambina ebrea salvata dalle persecuzioni naziste grazie all’accoglienza delle suore francescane stimmatine del convento in via dell’Erta Canina di Firenze.
’Suora mamma’ e ’Suora babbo’, da cui il titolo, sono le due suore che per tre anni hanno cresciuto Susanna, nella speranza che almeno lei si salvasse come poi è accaduto. Successivamente Susanna è stata accolta da un’altra donna, Libera Trevisani, la sua madre adottiva e da Marcella Treves, la ’zia’, rappresentante della Delasem di Firenze, l’associazione ebraica e non solo che si è occupata prima di salvare e poi di dare un nuovo futuro ai bambini riusciti a sopravvivere alla Shoah. La storia percorre settantaquattro anni e racconta l’esistenza di Susanna Silberstein (questo il cognome dei suoi genitori, che solo dopo anni scoprì non esserci più), della madre adottiva Libera e di suo marito, Pier Vittorio Ceccherini, che, dopo la nascita dei figli Tullio e Francesca, l’hanno aiutata in questo lungo e doloroso percorso alla scoperta di quella vita che aveva praticamente dimenticato.
’Suora Mamma e Suora Babbo’ racconta l’eroismo nascosto di decine di donne: "Io ho avuto solo donne che mi hanno difeso, donato affetto – ha ricordato Susanna – supportato, cullato, amato". La storia, raccolta dal regista e drammaturgo Francesco Suriano, che conobbe Susanna oltre trent’anni fa, prende vita in scena grazie ad Arianna Ninchi (figlia e nipote d’arte) che da sola dà voce a tutti i personaggi. Con pochi oggetti, variazioni di voce e gesti essenziali, l’attrice guida lo spettatore tra passato e presente, accompagnata da video proiezioni, voci fuori campo e le musiche del violinista Haim Fabrizio Cipriani.
Duccio Moschella