Bomba in pizzeria, presi i mandanti Una guerra fra clan della camorra

Tre ordini di custodia in carcere per l’esplosione del 23 febbraio 2021 davanti al ’Pizza, Cozze e Babà’ . Così il Gruppo D’Elia e i ’perdenti’ Cuomo rifugiatisi a Firenze per rastrellare liquidità e preparare la riscossa

"Dobbiamo dare il segnale buono". E’ l’ordine: il Gruppo D’Elia – noto come quelli di Piedimonte, vincenti nella guerra per il controllo dell’Agro Nocerino Sarnese – non dà tregua agli ex soci e poi rivali, i Cuomo, riparati armi bagagli e affari a Firenze in cerca di liquidità per tentare un difficile riscatto. Li bracca anche in Campania, uno legato ai Cuomo gonfiato di botte, colpi di pistola di fronte all’abitazione di un altro. E qui, la città trasformata in terra di regolamento di conti. Il "segnale buono" è (23 febbrai 2021) la bomba carta alla saracinesca di ’Pizza, Cozze e Babà di via Leopolda.

Già arrestati e condannati in primo grado gli esecutori materiali dell’attentato dinamitardo, ieri la squadra mobile del dirigente Andrea di Giannantonio, coordinata dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli della Dda, ha arrestato tre ’pezzi da 90’ dei D’Elia, dominano la piazza dello spaccio a Nocera: Mario Tortora, 29 anni, Luigi Vicidomini, 37, Marco Iannone, 39, avrebbero ordinato, consegnato e fatto trasportare l’ordigno a Firenze dai bombaroli Sabato Mariniello e Luigi D’Auria (già condannati a tre anni in I°grado) con l’ordine di ’fare il botto’ per quelli di Piedimonte. Con l’aggravante di aver favorito un clan di camorra. ’Il primo riscontro effettivo dell’attentato – scrive il giudice Angelo Antonio Pezzuti – emerge da un’intercettazione tra Tortora e Vicidomini del 15 febbraio, otto giorni prima del raid incendiario. ’Tortora fa riferimento a un incontro con Amerigo (l’artificiere da identificare che prepara sostanze esplodenti?) e dice ’una se la trova me la regala...ed un’altra me la fa fare...pure con il pulsante...come le vogliamo...’. Il piano vede Tortora (organizzatore della deflagrazione) e Vicidomini (finanziatore dell’operazione) molto coinvolti. ’Il ruolo di Iannone risulta – scrivono gli inquirenti – dalle foto che ritraggono le bombe carta. Devono essere inviate anche a lui, per informarlo della riuscita del piano.

L’ordigno viaggia su una Nissan a nolo. Entra (23:26) a Scandicci ed esce (23:31 a Firenze Ovest). Biglietto pagato e recuperato dalla Polizia che vi riscontra ’un frammento di impronta’: si scoprirà del pollice sinistro di Luigi D’Auria, un attentatore. Poi è inquadrata dalle telecamere in viale Rosselli, viale Etruria, la Fi-Pi-Li, tra le 4:19 e le 4:23, dopo l’attentato. Alle 5:40 è coinvolta in un incidente con un autocarro verso Barberino. La Polstrada invita tutti al comando, ma la Nissan tira dritto. Usciranno a Nocera Pagani.

Non solo bomba: la guerra tra il clan Cuomo e il Gruppo D’Elia. è la prova di un’infiltrazione silente, subdola. E anche ’guerrafondaia’. Frange dei clan si buttano nella ristorazione e altri affari per agevolare gli affiliati: furti, riciclaggio, spaccio, ’immigrazione. Datano 2 settembre le condanne di esponenti dei Cuomo nell’indagine del pm Leopoldo De Gregorio: sei anni e sei mesi per Luigi, 40 anni, fratello del boss Michele, titolare del ristorante. Tre anni e dieci mesi e tre anni e quattro per Filippo Boffardi e Gennaro Prisco.

giovanni spano

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro