
La tramvia alla stazione (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)
Firenze, 7 maggio 2019 - PARE CHE in città ci sia un nuovo business: la vendita illegale di biglietti riciclati del tram. A volte capita, in alcune fermate delle linee tranviarie, di vedere due individui appostati accanto alle macchinette automatiche, dove si acquistano i titoli di viaggio. Quando qualcuno si avvicina per comprare un biglietto, loro si propongono di vendergliene uno direttamente, senza dover perdere tempo a digitare sullo schermo della macchina.
In diversi accettano, specialmente se vanno di fretta, anche perché il prezzo è sempre lo stesso: 1,50 euro. Visto che «chi prende delitto di far frode non si de’ lamentar s’altri l’inganna», come scrisse Petrarca, ne abbiamo comprato uno fingendoci interessati. Si tratta di ticket apparentemente validi e intonsi, ma se si guarda bene, si nota che c’è qualcosa di strano nella parte superiore. Sono infatti biglietti dai quali è stata cancellata la precedente convalida e che vengono spacciati per nuovi. Chi è più diffidente rifiuta, altri invece li prendono e salgono sul tram senza farci caso. I venditori abusivi hanno le tasche piene di questi pezzi di carta senza valore e li tengono insieme alle manciate di spiccioli con cui fanno il resto agli ingenui acquirenti.
Porta a Prato è il loro ‘ufficio’ preferito. Ti dicono: «Guardi, se vuole un biglietto può prendere uno di quelli che ho io, ne ho comprati troppi e non so cosa farmene». In realtà non li hanno comprati affatto. Dove trovano tutti questi biglietti da rivendere? Un autista dell’Ataf ha rivelato di averli visti più volte al capolinea di ‘Villa Costanza’ mentre rovistavano tra i cestini dell’immondizia, alla ricerca di biglietti gettati durante il giorno da turisti e pendolari.
Una volta recuperata la ‘materia prima’ provvedono a cancellare il timbro impresso dall’obliteratrice. Come fanno? Andrebbe chiesto a loro, ma le tecniche sono più o meno queste: usano un tampone, come un cotton fioc, bagnato con un solvente, forse fatto con acqua e bicarbonato, acetone o alcol denaturato, e lo strofinano delicatamente sull’inchiostro finché non va via. Nei casi in cui il timbro non sia ben impresso basterebbe addirittura della gomma pane. I furbetti sono veramente dei maghi nel far tornare i biglietti come nuovi, tanto che le tracce di queste operazioni sono quasi impercettibili e solo un occhio attento le può cogliere. Quello che resta è una lieve impronta dell’obliterazione, delle minime quantità di inchiostro in alcuni punti o al più una piccola abrasione. A cadere nel tranello sono specialmente i turisti e anche gli anziani, poco propensi a usare la macchinetta automatica.
All'alto pratico si tratta di un delitto perfetto. In un’ora di stazionamento a una fermata riescono ad attirare circa 10 ‘clienti’, il che vuol dire ottenere 15 euro senza grandi sforzi. Guadagnano su un biglietto che ad Ataf e Gest è stato pagato una volta sola. Va posta molta attenzione, perché il rischio multa c’è. Se il controllore è attento può accorgersi che il titolo di viaggio non è valido. È l’ora che il business dei truffatori del tram intraprenda la via del tramonto.