Bici rubata a un invalido: "Per me era tutto"

Lo sfogo di Marco che vive all’albergo popolare: "E’ un mezzo con batteria e computer, senza non posso muovermi. Vi prego ridatemela"

Marco Ercoli senza la sua bicicletta non può spostarsi

Marco Ercoli senza la sua bicicletta non può spostarsi

Firenze, 14 novembre 2021 - «Dovete capire che non mi hanno rubato la bicicletta, ma la mia vita e la mia libertà". Marco Ercoli ci accoglie a braccia aperte e con il sorriso sul volto, nonostante tutto, all’Albergo popolare – dove vive da sette anni – per raccontarci una brutta disavventura, il furto della sua bicicletta speciale che rischia di metterlo davvero in difficoltà. 

Prima di portarci nel suo appartamento, però, ci accompagna all’interno dell’albergo, dove ci sono alcuni dei suoi quadri esposti, visto che è un artista e un pittore. "Come tutte le mattine mi sono svegliato molto presto, e prima delle 7 ero già in sella alla mia bici. Ho questo rito, tutti i giorni vado al Caffè le Rose, da più di 30 anni – racconta il signor Marco -. Sono arrivato e mi son accorto di non avere le chiavi. Chiamo subito l’albergo popolare per chiedere alla portineria di cercarle. Nel frattempo avevo appoggiato la bicicletta a un palo, purtroppo solo appoggiata, visto che non potevo usare neanche il mio lucchetto. La mia non è una bici normale, l’ho dovuta costruire comprando pezzi da diverse parti, sono disabile e molto pesante,ho bisogno di quella".

E in quei pochi minuti, tra una telefonata e l’altra, il fattaccio. "Mi giro un attimo – racconta – e non c’era più la bicicletta. Mi è preso un colpo, mi sono spaventato e ho iniziato a urlare. Sono malato di cuore, ho un pacemaker, mi sono dovuto calmare, ma davvero non sapevo più come fare. Me l’hanno rubata nel giro di un secondo, ma ancora non mi rendo conto. Per me quella bicicletta è come la carrozzina per un disabile, è tutto, è stata una cattiveria disumana".  

«Da quanto ci tenevo – continua Marco – la lasciavo dentro casa tutte le sere, per tenerla al sicuro. Faccio un appello, quella bicicletta è di un invalido, che in questo momento soffre, sta male e non si può muovere. Non riesco a camminare, e solo la pedalata assistita mi può permettere di muovermi, e devo anche andare spesso a fare delle visite. Ve la descrivo, la bici è semplice da descrivere: una numero 28 grigia con un computer sopra il manubrio, un portapacchi davanti, la batteria dietro e un grande sellino, per due persone, che è l’unico che posso usare". 

A prendere a cuore la vicenda del signor Marco è stato Aldo Cursano, titolare del caffè Le Rose, che si è attivato subito per identificare grazie alle telecamere il ladro. "Conosco Marco da tantissimi anni – racconta Cursano – è una persona speciale, bella e buona. Vederlo in un momento di difficoltà così grande mi ha davvero scosso, e ci siamo messi da subito alla ricerca del ladro e della bicicletta. Se non riusciremo a ritrovare e restituire a Marco la sua bici siamo pronti ad aprire una raccolta fondi per ricomprargliela".

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