Betori ai saluti: "Resto qui mi sento a casa"

Il congedo nella messa del prossimo 16 giugno. Nel bilancio di 16 anni la soluzione del caso Cantini .

Betori ai saluti: "Resto qui mi sento a casa"

Betori ai saluti: "Resto qui mi sento a casa"

È arrivato a guidare l’arcidiocesi in un momento difficilissimo, quando ancora il caso del prete pedofilo don Cantini, padre padrone alla Regina della Pace del Ponte di Mezzo, era ancora una piaga sanguinante. C’è voluta una mediazione costante, ma alla fine la ferita è stata sanata, se non del tutto guarita. Dal 26 ottobre 2008 Giuseppe Betori, folignate, 77 anni, cardinale dal 2012, è via via diventato fiorentino, tanto da scegliere ora di vivere in centro e fare "quello che fa un emerito - ha detto a margine della nomina del suo successore - un po’ di cresime, qualche riflessione spirituale", oltre a essere cardinale elettore e mantenere gli incarichi vaticani nelle Congregazioni per il Clero e per le Cause dei Santi. Arrivato con l’etichetta di conservatore per essere segretario della Cei del cardinal Ruini, ha dimostrato che le definizioni ideologiche contano il giusto, quando i fatti confermano non solo rapporti cortesi, ma piena sintonia con Papa Francesco, con l’apertura del Cammino Sinodale diocesano, una delle prime chiese locali ad iniziarlo su input proprio a Firenze del Santo Padre durante la storica visita in occasione del Convegno ecclesiale nazionale, il 10 novembre 2015. Per non parlare della riabilitazione piena di don Milani, culminata con la visita di Francesco a Barbiana. Più recente l’avvio della Pastorale dell’inclusione, aperta al mondo Lgbt, nel segno dello stile bergogliano. E il gran rifiuto del Papa di venire a Firenze a chiudere il Convegno del Mediterraneo nel febbraio 2022 è stato semmai responsabilità della Cei. All’inizio del suo cammino a Firenze non sono mancate le incomprensioni con la chiesa di base, con l’allontamento per sei mesi di don Alessandro Santoro dalle Piagge, nell’ottobre 2009, per la celebrazione del matrimonio di una donna nata uomo, ma alla fine, con la recente visita pastorale, è tornata la sintonia. Il momento più difficile l’attentato subito nel parcheggio della Curia nell’autunno 2011, quando una persona poi arrestata e condannata in via definitiva, sparò in un tentativo di rapina un colpo di pistola ferendo don Paolo Brogi allora segretario dell’arcivescovo. L’azione pastorale di Betori è andata avanti con grande attenzione al mondo sociale, caritativo e del lavoro, nella fermezza assoluta sui principi non negoziabili, come ogni altro pastore della chiesa universale. La sua messa di saluto il prossimo 16 giugno.

Duccio Moschella

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