
Una valanga di cacce (13 a 10) in una partita in cui i Verdi sono stati sempre in vantaggio ma Santo Spirito non ha mai mollato. Nove esordienti in campo.
di Stefano BrogioniFIRENZESpettacolo puro, fra Verdi e Bianchi. E alla fine ha ragione il colore di San Giovanni, in una semifinale che li ha visti avanti dal primo all’ultimo secondo ma mai certi di avere ragione di Santo Spirito. Alla fine è 13 cacce a 10, in una partita aspra, fisica, fatta di scontri e strappi e con nove esordienti schierati nei due Colori.
Si sono viste anche intelligenza e velocità, qualità che, nei Verdi, consacrano la grande condizione di Mike De Lucia e Giovanni Prezioso, mix di esperienza e capacità di interpretare il calcio storico moderno. Assieme a loro uno scatenato Matteo Ottimi, che mette tre volte il proprio timbro.
Delusione tra i Bianchi, che hanno solo accarezzato il sogno di rimettere in discussione una partita che li ha visti sempre indietro. Ma l’inevitabile amarezza della sconfitta deve essere annacquata dalle certezze fornite da interessantissimi innesti, che alla loro prima esperienza in livrea hanno subito fatto vedere di poter essere i pilastri del futuro. L’allenatore bianco Dimitri Rocchi (un passato neanche troppo lontano nei Rossi) ne schiera addirittura sei e forse la tensione influisce sui primi minuti: un varco sulla fascia si spalanca improvvisamente per il corno dei Verdi Viazzi e San Giovanni parte con il piede giusto. A dare un’altra sgassata ci pensa Ottimi, che fa la seconda caccia e, a stretto giro, lo imita il suo compagno di reparto Prezioso. Nel mezzo, i Bianchi perdono D’Eligio per espulsione. Brutto segnale per gli equilibri sul sabbione rovente di Santa Croce, ma una fiammella di speranza la riaccende Lapo Cherici, bravo ad inserirsi in una cattiva gestione della palla della retroguardia verde.
E’ solo una parentesi, però. Perché i Verdi sono assatanati. Quando parte, è quasi impossibile fermare De Lucia, anche con i metodi più bruschi. Così, il bomber tatuatissimo di San Giovanni firma il poker.
La curva sotto la basilica (che ha ricordato l’amico Verde e ultrà viola Ciccio Fiorenza, scomparso a gennaio) è in delirio, e impazzisce letteralmente quando Ottimi, lanciato e in solitudine, oltre che il campo solca pure tutto il lato corto del campo per accompagnare la sua caccia dall’ovazione del suo tifo. Pochi minuti dopo, ne segna pure un’altra: 6-1.
E’ il momento di massima distanza fra i due Colori. Ma i Bianchi non ci stanno e mettono in mostra il suo gioiellino Moscarelli, esordiente che accorcia il divario. Prezioso bacia di nuovo la palla e riallunga. Sul 7-2 sembrerebbe finita, ma non lo è. Anzi, a metà gara, quando la fatica si fa sentire, Santo Spirito si accende. Maggi deposita la palla dietro la balaustra e fa il 7 a 3; Piccini, altro esordiente, il 7 a 4. La partita in questo momento è apertissima. Moscarelli bussa di nuovo (7-5), Prezioso risponde (8-5), Piccini replica per i Bianchi per l’8-6. E’ un’altelena di emozioni su cui sale anche il Verde Neri Cherici, che porta il bottino di San Giovani a 9. Finita? Macché: ancora Piccini accorcia. I Verdi capiscono che non bisogna scherzare troppo. E così, mentre i Bianchi si sbilanciano tentando il tutto per tutto, parte il treno De Lucia che dopo aver recuperato la sfera si fa tutto il campo con la palla in mano: 10-7. Adesso è davvero finita: Neri Cherici allunga ancora (11-7), De Lucia riparte al galoppo e segna la 12esima caccia.
Santo Spirito si riversa di nuovo nella metà campo avversaria e, complice un’espulsione verde, rischia di riaprire la semifinale con una doppietta di Murdocco e ancora Moscarelli. A spegnere le velleità dei Bianchi, però, è ancora De Lucia, cannoniere della giornata. Applausi, anche del centrocampista viola Rolando Mandragora in tribuna vicino al magnifico messere Francesco Puleo e alla leggiadra madonna Martina Righi. Appuntamento al 24 per la finalissima Rossi-Verdi.