Bekaert, le proposte della Regione. Giani: "Ora patto per la reindustrializzazione"

Al tavolo anche il presidente Eugenio Giani, durissimo nei confronti di Bekaert

Eugenio Giani

Eugenio Giani

Toscana, 4 maggio 2021 - E allora no. ‘No’ ad altre sei settimane di cassa covid; ‘no’ a prorogare gli incentivi per la ricollocazione dei 112 lavoratori rimasti in capo a Bekaert e che da oggi vedranno attivati i licenziamenti disposti dall’azienda fin dal 2018. ‘No’ a all’unità delle parti al tavolo richiesta dai ministeri dello sviluppo economico e del lavoro, in cambio della garanzia della cassa integrazione fino a fine giugno. L’incentivo che, hanno ripetuto in nottata i massimi livelli tecnici ministeriali, sarebbe applicabile a zero costi per l’azienda. Niente, a Bekaert non interessa. E’ il bilancio della partita che ha impegnato (anche) la Regione e le istituzioni locali fin dal 2018, quando la multinazionale belga avviò la procedura per il licenziamento collettivo degli operai dello stabilimento di Figline. Al tavolo anche il presidente Eugenio Giani, durissimo nei confronti di Bekaert, con il consigliere delegato al lavoro, Valerio Fabiani; i sindacati nazionali e locali dei metalmeccanici e le istituzioni nazionali e locali. “Ringrazio la viceministra Alessandra Todde, perché oltre alla partita Bekaert c’è la partita Piombino” afferma Giani, che rilancia sulla proposta di favorire la “reindustrializzare il sito di Figline attraverso una serie di misure: il mantenimento per 12 mesi degli incentivi per la ricollocazione dei lavoratori; dell’advisor per studiare eventuali nuove proposte di acquisto; l’attivazione della verifica delle condizioni ambientali e di sicurezza dell’immobile a Figline”.

In cambio Regione e Governo assicurano “la disponibilità di Invitalia e di Sici a sostenere nuovi investitori anche entrando nel capitale sociale di nuove realtà produttive”. Lo scopo insomma, sarebbe quello di mantenere vivo il confronto per la reindustrializzazione e la ricollocazione dei lavoratori. E’ la proposta del giorno dopo, quella che comunque non molla l’obiettivo di verificare la fattibilità di progetti che leghino il sito di Figline a quello di Piombino, per una filiera toscana dell’acciaio. Denuncia Fabiani: “Abbiamo chiesto all’azienda di attivare ulteriori sei settimane della cassa covid introdotta di recente dal governo, così come già fatto a fronte del precedente accordo del 24 febbraio scorso”. Bekaert però “ha fatto prevalere una sua valutazione, difforme rispetto alla chiara interpretazione fornita dai tecnici ministeriali sull’utilizzo di questo strumento: questo ha impedito di estendere le tutele ai lavoratori”. L’azienda, aggiunge il consigliere di Giani “si è rifiutata di replicare l’accordo già sottoscritto a febbraio ed è in contraddizione con se stessa. Bekaert vuole solo licenziare e scappare – conclude Fabiani -. Questo è un precedente che non depone bene neppure per gli altri siti della multinazionale in Italia”.

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