
Il Caffè Salvemini
Firenze, 28 luglio 2023 – Quel biglietto lasciato sulla vetrina pochi giorni prima di tirare definitivamente giù il bandone ha gettato nello sconforto un intero rione.
Poche parole di ringraziamento e un addio, non previsto e non voluto. Sta di fatto che la titolare dello storico Caffè Salvemini, di piazza Salvemini, non ha potuto fare nulla contro il no della Curia (tutto il palazzo è di sua proprietà) già dopo il Covid, e confermato il 27 maggio scorso.
«Quel giorno mi hanno convocato per dirmi che a giugno avrei dovuto lasciare il fondo. – racconta la ex titolare Daniela Ghianni – Con il mio avvocato, siamo riusciti a strappare una proroga fino al 20 luglio, giorno in cui non ho potuto fare altro che restituire le chiavi».
In pochi giorni, quindi, la barista e le sue dipendenti hanno dovuto svuotare il locale in fretta e furia e portare in un magazzino tutto i mobili che una volta arredavano il pian terreno, la cucina con saletta e una cantina. Sembra che la Curia abbia venduto l’intero edificio al Movimento Cristiano dei Lavoratori, che ha gli uffici al primo piano e che dovrebbe aprire una sede proprio al posto del bar Salvemini dal primo settembre. «Non so se sia vero o meno. So soltanto che oggi son passata di lì e i lavori di ristrutturazione ancora non sono partiti. Avremmo voluto arrivare almeno fino alla fine dell’anno per avere l’opportunità di trovare un’altra sistemazione ma dopo un lungo tira e molla la risposta è stata “no“».
Ora in quella palazzina di piazza Salvemini resiste ancora la Scuola di Musica Il Trillo («Anche a noi non verrà rinnovato il contratto», afferma una dipendente) e il negozio 99 Cent che dovrebbe subire la stessa sorte. «Dalla Curia – continua Daniela – non me l’aspettavo anche perché ora sono senza lavoro e con me altre persone, e invece la rendita ha prevalso».
Nato come alimentari nell’Ottocento, il bar Salvemini tra una decina di anni avrebbe festeggiato il secolo di vita: era un punto di riferimento soprattutto per gli anziani del rione, ed era l’unico bar e tabacchi ancora frequentato dai residenti e da molti noti personaggi fiorentini. Come il compianto Lorenzo Bargellini, leader del Movimento Lotta per la Casa che lì praticamente aveva il suo ufficio.
Tra San Pierino e Sant’Ambrogio, gli abitanti sono furiosi: «Con questa decisione siamo costretti a chiudere un pezzo importantissimo della nostra vita – si legge sui social – E poi si blatera che questa città ha perso la sua identità».