Bancarotta e fatture false. L’accusa chiede 5 anni per i genitori di Renzi

Il pm Turco nella sua requisitoria sollecita 10 mesi per la sorella dell’ex premier. Sotto accusa per il fallimento di tre coop di volantinaggio e servizi pubblicitari .

Bancarotta e fatture false. L’accusa chiede 5 anni  per i genitori di Renzi

Bancarotta e fatture false. L’accusa chiede 5 anni per i genitori di Renzi

Firenze, 20 dicembre 2023 – "Un sistema di cooperative spurie", che sono state "aperte e chiuse in modo anomalo per scaricare costi e debiti". Ha esordito così, nella sua requisitoria, il pm Luca Turco prima di chiedere una condanna a cinque anni per Tiziano Renzi (che ieri sedeva alle sue spalle nella maxi aula del tribunale di Firenze) e Laura Bovoli, i genitori dell’ex premier, imputati per la bancarotta di tre cooperative di servizi. Dipendenti, libri contabili, prestanomi, sede aperte e poi chiuse in pochi mesi: tutto, secondo l’accusa, sarebbe stato gestito dai genitori del leader di Italia Viva e, in parte, avrebbe coinvolto anche Matilde Renzi, la sorella, per la quale è stata chiesta una condanna a dieci mesi.

Per altri sette imputati, invece, la richiesta è arrivata fino a 4 anni 8 mesi. Chiesta una sola assoluzione. La gestione di cooperative di servizi dedite in particolare al volantinaggio e alla distribuzione di materiale pubblicitario è il cuore del processo. L’indagine era partita dalla Delivery Service Italia. Secondo gli inquirenti fiorentini, Renzi senior e la moglie (difesi dall’avvocato Federico Bagattini), sarebbero stati amministratori di fatto delle cooperative, tramite persone di fiducia o comunque condizionando le decisioni prese all’interno delle stesse società. Nel caso della Delivery, secondo gli inquirenti, i due coniugi, insieme ad altre persone – tra cui Roberto Bargilli, l’autista del camper di Renzi per le primarie per la segreteria del Pd del 2012 – avrebbero cagionato il fallimento della società "per effetto di operazione dolosa consistita nell’aver omesso sistematicamente di versare gli oneri previdenziali e le imposte, o comunque, aggravando il dissesto".

Nel febbraio 2019, per i reati a loro contestai, i genitori dell’ex premier erano finiti agli arresti domiciliari (misura poi revocata dal Riesame dopo 18 giorni). L’indagine si è poi allargata ad altre due cooperative della ’galassia renziana’, Europe Service e Marmodiv, che sarebbero state costituite per permettere alla società di famiglia Eventi6 di avere a disposizione lavoratori dipendenti senza dover sopportare i costi degli oneri previdenziali ed erariali, tutti spostati proprio in capo alle tre cooperative. Nella stessa inchiesta è stato anche coinvolto il vicepresidente di una delle cooperative, Mariano Massone.

I genitori di Matteo Renzi avevano già dovuto affrontare un altro processo a causa della vicenda delle due presunte fatture false emesse all’imprenditore Luigi Dagostino. Nell’ottobre del 2022 la Corte di Appello di Firenze ha assolto i due coniugi, sentenza che lo scorso lo scorso luglio è stata poi confermata dai giudici della Cassazione. Il processo sulle cooperative è stato aggiornato al 16 gennaio, quando prenderanno la parola le difese.