Dimitri via dall’inferno in Ucraina. L’abbraccio della Sales: "Era emozionatissimo"

Il piccolo ucraino tesserato dalla società di via Gioberti

Il bimbo ucraino alla Sales (Giuseppe Cabras/New Pressphoto)

Il bimbo ucraino alla Sales (Giuseppe Cabras/New Pressphoto)

Firenze, 17 marzo 2022 - "Ciao Dimitri, sono Giovanni e questa è la mia squadra. Ora sei uno di noi". Ci mettono così poco i bambini a capire le cose importanti, mettendo da parte le parole con cui si riempiono la bocca i potenti del mondo, lasciando parlare il cuore. Il piccolo Dimitri ha fatto il suo primo allenamento con i nuovi compagni della Sales, dopo essere scappato dalla sua Ucraina ed essere arrivato a Firenze.

Il bambino, che non parla né italiano né inglese, è stato accolto da applausi e abbracci da parte dei nuovi compagni della squadra del 2012 della Seles, con cui ora inizierà a giocare. Una maglia con il 26 stampato sulla schiena, una sciarpa e una gagliardetto della nuova società, e finalmente è tornato un sorriso grande sulla faccia del bimbo, che nonostante la giovane età è già stato costretto a vedere gli orrori di una guerra.

E un ruolo chiave lo hanno giocato i compagni che hanno fatto parlare il campo e le espressioni quando sotto braccio lo hanno portato nello spogliatoio per fargli indossare la sua tuta gialloblù della società di via Gioberti, gli stessi colori della bandiera dell’Ucraina, e poi portato in campo per la sessione.

"Le ultime due notti non ha dormito dall’emozione. – racconta la nonna con cui è scappato Dimitri, Natalia Ivaniuk – Dimitri ama il calcio, l’ha sempre seguito e ha sempre voluto giocare. Tifoso dello Dinamo Kiev, come tutti gli ucraini ama Shevchenko. Devo ringraziare tantissimo la Sales e Firenze, non ci saremmo mai aspettati un’accoglienza così, è commovente".

"Appena la federazione ci ha detto che c’era questa possibilità abbiamo subito detto di sì. – racconta Alessio Giannelli, responsabile della scuola calcio – Già da tempo abbiamo un programma di accoglienza per bambini con difficoltà. Dimitri non vedeva l’ora di cominciare, il giorno in cui ci siamo incontrati solo per parlare era già venuto vestito per giocare. È stato bellissimo quando l’ho presentato ai bambini la prima volta, avevo chiesto loro di aiutarlo, e da subito sono stati attenti e bravi. L’hanno abbracciato forte da subito, un gesto spontaneo. Ringrazio i genitori della squadra, che hanno voluto fornire loro i kit per allenamento e gara, l’avrebbe fatto la società, ma ci hanno anticipato". Anche la Figc è voluta essere presente.

"Ci tenevamo a essere qui – spiega Sara Binazzi, psicologa Figc settore regionale scolastico -. Dimitri giocava anche in Ucraina, gli abbiamo consegnato una maglia della federazione, della nazionale italiana. L’accoglienza più bella è stata quella dei bimbi della squadra. Questo ci fa capire i valori e le emozioni che lo sport sa trasmettere".

Iacopo Nathan

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