LISA CIARDI
Cronaca

Bally, si apre uno spiraglio. Trattative con imprenditore

Ci sarebbe qualcuno interessato a comprare la filiale, mantenendo i dipendenti. Massimo riserbo del Comune, mentre i sindacati chiedono il tavolo di crisi.

Difficoltà nel settore della pelletteria, aziende in crisi (Foto repertorio Germogli)

Difficoltà nel settore della pelletteria, aziende in crisi (Foto repertorio Germogli)

Lastra a Signa (Firenze), 6 marzo 2025 – Si accendono nuove speranze per la Bally Studio di Lastra a Signa. Un imprenditore italiano sarebbe infatti interessato ad acquistare la filiale lastrigiana del brand, permettendo così di mantenere dipendenti e know how. Proprio in questi giorni, secondo alcune indiscrezioni, si sarebbero svolti una serie d’incontri e si spera che il progetto si possa concretizzare a breve. "Preferiamo in questo momento mantenere la massima prudenza – ha detto ieri il sindaco di Lastra a Signa, Emanuele Caporaso, contattato sull’argomento – ma posso confermare che effettivamente ci sono incontri e trattative in corso. Sappiamo bene che non è semplice, soprattutto visto il delicato momento, ma siamo anche felici che le sinergie attivate, anche con l’impegno di vari livelli istituzionali, stiamo portando a dei risultati".

"Questa notizia si inserisce in un contesto in cui, proprio in questi giorni, l’azienda ha avviato anche formalmente la procedura di licenziamento collettivo – il commento di Filcams Cgil e Cgil Firenze -. Chiediamo subito a questo punto l’attivazione del tavolo di crisi della Regione Toscana per verificarla fino in fondo. Del resto, a differenza di chi ancora oggi ritiene che possano essere prese in considerazione soluzioni individuali e di mitigazione del danno, come Filcams Cgil e Cgil di Firenze, assieme all’amministrazione comunale di Lastra a Signa, abbiamo sempre sostenuto che la soluzione dovesse essere individuata sul piano industriale, nella convinzione di salvaguardare al contempo sia il sito produttivo che i livelli occupazionali".

Le prime voci sulla crisi del brand svizzero erano girate già lo scorso novembre, facendo ipotizzare da subito la chiusura e il licenziamento in tronco dei 50 dipendenti di Lastra a Signa (mantenendo invece le altre sedi aziendali). Poi però sono iniziate le trattative, con l’attivazione del tavolo in Regione e l’intervento dei sindacati. Questo ha permesso di guadagnare alcuni mesi di tempo e ha fatto intravedere la possibilità di evitare la chiusura.

Ma gli ultimi incontri hanno di nuovo attenuato le speranze facendo precipitare dipendenti e istituzioni nel pessimismo. Ora potrebbe aprirsi uno scenario diverso. La vertenza Bally Studio si inquadra all’interno della più ampia crisi del distretto territoriale della moda, che ha già registrato lo sciopero del settore del 12 novembre e quindi un volantinaggio nelle vie del centro di Firenze il 10 febbraio scorso, azioni sostenute da tutte le organizzazioni sindacali confederali e dalle rispettive categorie coinvolte.