
Un anziano con la badante (immagine di repertorio Pianetafoto)
Firenze, 18 aprile 2017 - Accolta per occuparsi delle sue tante necessità, disabile al 100%, e di quelle dell’anziano nonno: doveva essere un sostegno, invece si è trasformata in un incubo. Scarse attenzioni per lui e per la casa, maltrattamenti, vessazioni e ingenti “prestiti” di denaro, mai restituiti. E ogni forma di ribellione, veniva stroncata sul nascere, sempre con le cattive: "Stai zitto, o sarà peggio per te".
Il caso di A.G., 37enne fiorentino completamente invalido, è sul tavolo del gip di Firenze, che dovrà decidere se ritenere fondate le sue querele contro la badante peruviana di 50 anni che si sarebbe appropriata, nei mesi, di oltre centomila euro (soldi che A.G. aveva ereditato anche da una zia) e perfino di due appartamenti in zona Novoli, “gestiti” dalla donna. Il tutto con l’aiuto, sempre secondo quanto contenuto nelle querele dell’uomo, assistito dagli avvocati Elisa Baldocci e Sabrina Del Fio, del marito e di un “giro” di connazionali.
Eppure, all’inizio, il rapporto tra A.G. e la badante sembrava trasparente. Anzi, la conoscenza con la peruviana aveva fatto scoprire un mondo di musica e baldoria che il 37enne, costretto su una sedia a rotelle, non conosceva. Ma il divertimento ha lasciato presto spazio all’angoscia.
La donna, titolare di un club, si trasferisce da lui: vitto e alloggio in cambio di quella assistenza che per lui, portatore di handicap, è fondamentale per sbrigare le faccende domestiche e aiutarlo nelle pratiche quotidiane. Proprio per le sue condizioni, approfittarsi di lui è subdolo, ma purtroppo molto facile.
I soldi che A.G. consegna alla badante non finiscono mai nel pagamento delle bollette delle utenze domestiche. Con il telefono effettua interminabili telefonate intercontinentali, e il conto arriva puntualmente a lui. Ma con il passare dei mesi, la donna comincia anche a mettere pesantemente le mani sui conti correnti del disabile, nel frattempo rimasto privo del nonno con cui viveva.
Ha le sue carte di credito, riesce a farsi intestare svariate assegni, ogni volta con una scusa diversa. Lo infila nel consiglio del suo circolo, ma non percepisce compensi e anzi, partecipa alle spese. Lo convince pure a fare un viaggio in Sudamerica con il figlio di lei, durante il quale stacca altri assegni. Ma l’aspetto più inquietante, secondo quanto denunciato dal disabile, giunge quando muore l’anziana zia, che la peruviana (era stata assunta come sua badante) avrebbe tentato di circuire: sull’eredità di 160mila euro piomba come un rapace la badante, che, una volta con la scusa di un prestito, un’altra con il pretesto di avviare un’attività economica che avrebbe permesso guadagni allo stesso A.G., riesce a mettersi in tasca diversi quattrini. Oggi, A.G., che in virtù dei lasciti dei parenti avrebbe potuto garantirsi un’esistenza senza patemi economici, è vessato da protesti e segnalazioni bancarie, ha rischiato che le utenze domestiche, per lui fondamentali, venissero più volte staccate (a volte a lui hanno pensato i vicini, con una colletta), e vive pure nel terrore, visto che più volte è stato minacciato affinché non presentasse denuncia.
s.b.