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Babbo picchia bimbo di due anni. Il giudice: "Lontano dai figli"

Uno coscia ricoperta di lividi scoperta dalla maestra d’asilo. Il genitore: "Ha sbattuto mentre giocava". Ma il fratello maggiore “confessa“: "Aveva fatto la peste". L’accusa è maltrattamenti in famiglia.

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Avrebbe risposto alle bizze del figlio di due anni a suon di botte sulle cosce. E quando l’indomani, alla scuola materna, la maestra si è interrogata su cosa fosse accaduto al bimbo, che presentava una gamba completamente viola, lui ha minimizzato. "Ha sbattuto contro un mobile". La verità di quei lividi sarebbe invece quella raccontata dal fratellino maggiore, cinque anni: "Ha fatto la peste ed è stato picchiato dal babbo".

Racconto prima registrato dalla mamma, poi confermato in un delicatissimo incidente probatorio, che ha suggerito al gip, Antonella Zatini, di adottare una misura cautelare nei confronti del presunto babbo manesco, indagato per maltrattamenti in famiglia: per l’uomo, 52 anni, è stato disposto l’allontanamento dalla casa familiare, e il divieto di avvicinamento, nel raggio di 500 metri, ai due figli. Per la sorveglianza, il giudice ha previsto anche l’applicazione del braccialetto elettronico. Per raccontare questa storia bisogna precisare che i due genitori, non sposati, stavano ponendo fine alla loro relazione, seppur continuando a vivere sotto lo stesso tetto, in un’abitazione di Scandicci. Nel 2023 la donna, 34enne, nel, assistita dall’avvocato Lapo Fè, aveva sporto una denuncia contro il compagno, in cui l’accusava di alzare le mani nei suoi confronti. La procura ha chiesto l’archiviazione di quel fascicolo ed è ancora pendente un’opposizione. Poi, alcune settimane fa, la scoperta delle ecchimosi sul corpo del più piccolo dei due figli. Percosse che sarebbero avvenute quando la madre era fuori casa per lavorare.

La mattina del 1 marzo è stata una maestra a notare, mentre il bambino si trovava sul vasino, che aveva un ematoma “fresco“ tra la natica e la coscia. Immediatamente ha scattato una foto con lo smartphone e l’ha inviata a entrambi i genitori. Il primo a rispondere è stato il padre: "Ieri sera nel giocare è cascato e ha picchiato contro un mobile ma non immaginavo così tanto". Ma quando la mamma, che aveva visualizzato in ritardo il messaggio perché impegnata al lavoro, vide la foto si allarmò, perché oltre al viola del livido intravedeva delle manate. Così il bambino è finito al Meyer: dieci giorni di prognosi. Parte la denuncia. Vengono sentite le insegnanti, le quali riferiscono di aver sentito in precedenza il babbo minacciare il figlio: in un’occasione, quando il piccino era restio a farsi mettere il giubbotto, il padre gli mostrò il pugno. Il bambino rise, ma il padre, all’insegnante che lo riprese per quel gesto, si sarebbe quasi compiaciuto rispondendo: "Gli sculaccioni glieli dò direttamente sulla coscia, perché dal pannolone non li sente".

ste.bro.