
Un bus Ataf tra i cantieri (foto New Pressphoto)
Firenze, 20 maggio 2016 - I bus dell’Ataf fanno una fatica bestiale a destreggiarsi nei gangli del traffico fiorentino. I cantieri sono sparsi a macchia di leopardo e certe zone, Santa Maria Novella in primis, collassano un giorno sì e l’altro pure. E così si accumulano ritardi su ritardi, i passeggeri sbuffano e il servizio finisce inesorabilmente per avvitarsi su se stesso. La nostra era già molto più che una sensazione: lo scorso autunno per più di una settimana viaggiammo da un capo all’altro della città sui mezzi pubblici registrando grane d’ogni genere. E come se non bastasse i nostri lettori, quotidianamente, segnalano problemi e disservizi d’ogni genere.
Ora a mettere nero su bianco quella che da tempo è una percezione diffusa in tutta la città c’è una lettera firmata dai diretti interessati, l’Ataf appunto. L’azienda di trasporto pubblico ha scritto al Comune esprimendo un concetto piuttosto chiaro: ‘Così non si va avanti’. Secondo Ataf è praticamente impossibile offrire un buon servizio ai fiorentini e garantire la regolarità – e soprattutto la puntualità – delle corse con una città invasa dalle transenne e dai lavori in corso. Perché, oltre alla già citata Santa Maria Novella, da bollino rosso ci sono anche la Fortezza, il viale Redi, l’Oltrarno, buona parte dei viali e la zona di Gavinana. Ma sono senz’altro Novoli e lo Statuto, con i cantieri del tram e le mille deviazioni annesse, a soffirire per ora più di tutti.
Nella lettera spedita a Palazzo Vecchio, l’Ataf elenca tutti i disagi che gli autisti devono affrontare ogni giorno in ogni zona della città. Il risultato, ad ogni modo, è già sotto gli occhi di tutti. Da una città con una viabilità così cervellotica, propensa al ‘collasso’ alle prime due gocce d’acqua che cadono dal cielo salta fuori un servizio pubblico isterico e imprevedibile, con gli utenti che aspettano un autobus alla fermata per mezz’ora per poi vedersene arrivare tre tutti insieme (quante volte lo abbiamo raccontato durante i nostri viaggi a bordo dell’Ataf). Anche le storiche linee ad altra frequenza – come il 6, il 14, il 17 e il 23 tanto per fare qualche esempio – che solitamente dovrebbero passare ogni cinque minuti accumulano spesso ritardi fino a venti.
Per non parlare poi del paradosso di autobus praticamente deserti seguiti da altri stipati all’inverosimile con quello che ne consegue per la sicurezza dei passeggeri. Secondo alcune fonti sindacali dell’azienda ogni giorno saltano fino a duecento corse, il che significa quindicimila persone che rimangono a piedi. Un’infinità.