Ataf, ritardi cronici. Ore 9, bus 14A: parte l’odissea dei pendolari

La nostra prova sul campo. Il ‘tour’ è terminato mezz’ora dopo rispetto alle tempistiche previste

Test di percorrenza dei mezzi Ataf, nella foto Andrea Bonsignori

Test di percorrenza dei mezzi Ataf, nella foto Andrea Bonsignori

Firenze, 6 ottobre 2018 - Il ritardo dai cinque minuti iniziali sale rapidamente a nove, per poi crescere a dodici e poi, ancora più su, fino a quindici. E’ con un quarto d’ora di ritardo che il 14 A su cui siamo saliti ieri l’altro mattina arriva a destinazione, ovvero al Girone. «E’ la norma. Questo succede ogni giorno, perché i tempi di percorrenza previsti dall’azienda non tengono conto dell’attuale situazione del traffico», scuote la testa Andrea Bonsignori dell’Rsu di Ataf. È con lui alla guida che saliamo a bordo. Andrea è partito dalla stazione alle 9, ovvero cinque minuti dopo rispetto alla tabella di marcia aziendale. Che le corse siano già in tilt lo si capisce anche dal fatto che, dietro e di fronte a noi, a due minuti di distanza, viaggiano altri due 14. Un effetto dei ritardi su ritardi.

Alle 9,17, in base alla tabella che ci mostra Andrea, saremmo dovuti già essere alla fermata Sella-Campofiore. Altroché. Ci troviamo invece sul viale Matteotti, perché la coda che abbiamo trovato in via Lamarmora ci ha fatto accumulare ulteriore ritardo. «Il 14, nonostante il percorso dimezzato per via della tramvia, resta una linea disastrata – scuote la testa Bonsignori –. Spesso partiamo dopo perché, lasciato il deposito delle Cure alle 5,43, dovremmo essere in via Nazionale in dieci minuti. Impossibile».

Non solo: la linea viaggia perlopiù senza preferenziali. E quindi patisce tutti gli imbottigliamenti. Il nostro 14 A, la cui partenza era fissata alle 8,55 alla stazione, dovrebbe raggiungere il capolinea del Girone alle 9,36. Un miraggio. Alle 9,25 siamo ancora in viale Giovane Italia. Viaggiamo con dodici minuti di ‘penalità’. Alle 9,30, dopo un po’ di coda in viale Amendola, eccoci in via Arnolfo. Ma eccoci, finalmente, al capolinea. Sono le 9,51. E non le 9,36 come previsto. Gli utenti salgono. «Siamo abituati ad aspettare…», scuotono la testa. Nessuna sosta: il 14 riparte subito, ovvio. Più ci avviciniamo al centro e più il viaggio si fa complicato. In via Fra’ Giovanni Angelico non si procede. Il ritardo lievita a ventiquattro minuti. E schizza a ventotto in via dei Pucci. Alle 10,33 fermata in via degli Arazzieri. Finalmente, la corsa finisce in via Nazionale. Sono le 10,38. Alla fine, il ‘tour’ è terminato mezz’ora dopo. «I tempi di percorrenza sono calcolati in funzione delle reali condizioni del traffico», replica però l’azienda alle accuse dei sindacati. «Certo – proseguono da Ataf – quando avvengono fatti imponderabili è chiaro che rischia di saltare tutto, ma la programmazione è fatta in modo che sia il più corrispondente possibile alla realtà».

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