Firenze, l'artista di strada Clet assolto per la scultura piazzata sul ponte

Il processo d'Appello sulla presunta violazione del vincolo paesaggistico

La statua ai tempi in cui fu rimossa (New Press Photo)

La statua ai tempi in cui fu rimossa (New Press Photo)

Firenze, 5 marzo 2020 - L'artista francese Jean Marie Clet Abraham, 52 anni, noto come Clet, è stato assolto, al processo d'appello, dall'accusa di aver violato il vincolo paesaggistico, in area Unesco, con la collocazione, su una pigna del Ponte alle Grazie, a Firenze, di una delle sue opere. In primo grado, era stato condannato a una pena pecuniaria di 10mila euro.

L'episodio oggetto del processo risale al 2014, anche se Clet aveva già collocato sul ponte fiorentino "L'Uomo Comune" - questo il nome della statua che prendeva spunto da un omino 'Bic' che faceva un passo verso le acque dell'Arno - nel 2011. L'amministrazione di Palazzo Vecchio rimosse "L'Uomo Comune", contestando che l'opera ostacolasse la fruibilita' del ponte, ma lui, due anni dopo, la riposiziono' nello stesso punto, dove rimase per circa un anno.

Quando venne danneggiata da ignoti, nell'aprile del 2014, per Clet scattò una denuncia da parte della polizia municipale. Da quella denuncia, sono scaturite le contestazioni per la violazione dei vincoli paesaggistici. Al processo d'appello, celebratosi oggi, anche la procura generale aveva chiesto l'assoluzione dell'artista, giunta con la formula de "il fatto non sussiste". Soddisfatto il suo difensore, l'avvocato Giacomo Passigli.

"Si è ristabilito il confine tra l'illecito sanzionabile amministrativamente e quello con sanzione penale, qui assolutamente ultroneo - commenta Passigli -. Clet onora con le sue opere la bellezza di Firenze, e la Città, oltre che lo Stato, ha secondo me il dovere di tutelare certe manifestazioni di espressione, non perseguirle, per giunta penalmente. Senza dimenticare la bellezza dell'opera in questione, l'Uomo Comune, e delle altre di Clet rispetto a tante molto più discutibili arrivate con patrocinio del Comune sino in piazza Signoria".

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