
di Lisa Ciardi
Dodici presìdi, 220 medici, 100mila soci e 20mila prestazioni mensili. La Fondazione Pubbliche Assistenze festeggia dieci anni di attività presentando i numeri del proprio lavoro, ma anche lanciando un appello alla Regione Toscana. L’occasione è stata offerta dal convegno "Pubbliche Assistenze e Rete Pas: la comunità per la salute, oggi e domani", che si è tenuto ieri al TuscanyHall di Firenze, con la partecipazione dell’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini; l’assessora al welfare di Firenze, Sara Funaro; i rappresentanti della direzione generale dell’Ausl Toscana Centro; il presidente della Fondazione Pas, Mario Pacinotti; il direttore generale Riccardo Corsi; Luca Gori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Paolo Pezzana, sociologo e ricercatore. In collegamento da remoto, inoltre, il presidente nazionale Anpas, Fabrizio Pregliasco.
"Forti del ruolo e delle competenze acquisite come Fondazione Pas – ha detto Pacinotti – insieme alle Pubbliche Assistenze sottoponiamo alla Regione Toscana un documento programmatico che richiama principi presenti nello Statuto e nella normativa regionale: la ’sussidiarietà orizzontale’ ma anche il ricorso alla co-programmazione e co-progettazione tra pubblica amministrazione e terzo settore. L’obiettivo è avviare insieme un percorso di condivisione sulla riforma della sanità territoriale prevista dal Pnrr. In particolare, domandiamo che gli enti del terzo settore siano coinvolti più direttamente nella programmazione, progettazione e gestione delle ’Case della comunità’, evoluzione del progetto ’Casa della salute’. Chiediamo anche che, prima di realizzare nuove strutture, i distretti sanitari e le Società della salute valutino la capacità degli enti del terzo settore di contribuire e la possibilità di procedere con un avviso pubblico che li coinvolga. Nella costruzione del modello di ’Case della comunità’, Fondazione Pas e Pubbliche Assistenze possono offrire un significativo potenziamento della rete di assistenza domiciliare".
"Alla luce del Pnrr e di quanto previsto dal Dm 7722 – ha dichiarato Alessandro Sergi, direttore dello staff della direzione sanitaria – l’Ausl Toscana Centro sta lavorando alla riorganizzazione della Rete sanitaria e sociosanitaria per attuare le riforme potenziando le risposte territoriali di prossimità. L’Ausl conferma il suo impegno nel promuovere le risposte ai fabbisogni di salute delle singole comunità e nel favorire l’accesso ai servizi nelle differenti realtà". Dalla Fondazione sono quindi arrivate alcune richieste specifiche: superare il cosiddetto "tetto storico", cioè le somme assegnate annualmente ai convenzionati; permettere all’utente di prenotare direttamente all’istituto a cui intende rivolgersi; modificare il rapporto con le realtà periferiche che rappresentano dei presìdi di continuità; creare meccanismi che stimolino tutti gli istituti a prevedere anche le prestazioni meno remunerative, in particolare le visite specialistiche.