LISA CIARDI
Cronaca

Affetta da malattia rara. Assessora scrive a Meloni: "Noi disabili penalizzati nei concorsi pubblici"

Michela Monaco (gruppo misto) ha inviato una lettera alla Presidente del Consiglio dove spiega le sue difficoltà nel partecipare all’esame per diventare avvocato

Michela Monaco, giovane consigliera comunale di Firenze (gruppo misto), e consigliera speciale del sindaco Dario Nardella

Firenze, 8 marzo 2024 – A causa di una malattia neurodegenerativa ha difficoltà a scrivere, ma la normativa attuale non le permette di affrontare i concorsi in forma orale. A denunciare la problematica, che riguarda tante altre persone, è Michela Monaco, giovane consigliera comunale di Firenze (gruppo misto), che al momento sta facendo pratica forense e che è anche consigliera speciale del sindaco Dario Nardella per l’abbattimento delle barriere architettoniche. In una lettera alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai ministri competenti, ha raccontato tutti gli ostacoli che una persona con disabilità deve fronteggiare per partecipare a prove e concorsi pubblici.

“La vicenda che riporto – si legge nella lettera - riguarda la modalità con cui una persona con disabilità può sostenere un concorso o un esame. Nello specifico, quello d’avvocato. Il fatto è che io non riesco a scrivere perché ho una malattia neurodegenerativa rara (atassia di Friedreich) che, oltre a non farmi camminare, intacca anche le articolazioni. Per i concorsi e gli esami in generale è prevista una persona che affianca le persone impossibilitate nella scrittura e che scrive per noi sotto dettatura: modalità che non garantisce lo svolgimento della prova alla pari degli altri candidati. Perché può succedere che il personale dedicato non sia del settore, e quindi la scrittura può non essere fluida o pienamente comprensibile. E trovarsi in una situazione di forte pressione e stress, come quando si sostiene un esame, dovendo poi dettare a un altro cosa scrivere, è cosa ben diversa e più difficile che sostenere l’esame di persona oralmente".

E ancora: "Inoltre, la modalità orale mi veniva concessa senza problemi anche per sostenere gli esami all’università che erano scritti. Essendo laureata in giurisprudenza e di conseguenza volendo partecipare a molti concorsi (tra i quali magistratura) ho voluto sottoporvi il caso; si potrebbe trovare qualche alternativa? Perché mi sento fortemente limitata e non trattata ugualmente agli altri partecipanti al concorso".

Quindi la proposta concreta di Michela. "È possibile – chiede - sostenere concorsi o esami solo oralmente per le persone che hanno una disabilità che impedisce loro la scrittura? Tengo a precisare che scrivere o dettare al computer mi è impossibile ugualmente, dato che il mio eloquio non è molto intellegibile per i mezzi informatici. Inoltre, la modalità orale è già stata prevista e collaudata per l’esame d’avvocato durante gli anni del Covid: perché allora non si può prevedere anche nei casi di impossibilità oggettiva nella scrittura?".

In attesa e nella speranza di ricevere una risposta alla sua lettera, Michela illustra le difficoltà che si è già trovata ad affrontare. "A voce – dice - sarei in grado di esprimermi e di farmi valere al meglio, come è già successo durante tutto il mio percorso universitario. Al contrario, dover dettare a un’altra persona incaricata di scrivere è molto complesso e stressante, senza contare che, già in passato, mi è poi capitato di dover poi correggere errori e refusi non miei. Si rischia insomma che il testo non renda giustizia rispetto alla preparazione, non consentendo al candidato di far davvero emergere ciò che sa".