GIULIO ARONICA
Cronaca

Arte, formazione e ricerca Le mostre della rinascita al museo del Novecento

Da oggi due esposizioni dedicate a Mario Mafai e Francesca Banchelli. Tra i dipinti della collezione anche lo splendido ’Autoritratto’ degli anni Venti.

di Giulio Aronica

Due mostre nel segno della rinascita e dell’amore per l’arte. Prosegue il programma di attività del Museo Novecento che da oggi propone al pubblico un dittico espositivo dedicato a Mario Mafai e Francesca Banchelli. "Mario Mafai. Opere della Raccolta Alberto Della Ragione" è una selezione monografica di venti opere provenienti dalla collezione permanente del museo, che raccontano il periodo centrale della carriera del pittore romano, cresciuto a cavallo tra le due guerre mondiali: l’impegno politico antifascista, il rapporto speciale con il mecenate Alberto Della Ragione, il sodalizio con altri artisti (tra cui Scipione e Guttuso).

"La mostra è parte di un progetto davvero speciale - spiega il direttore del museo Sergio Risaliti - Si intitola ‘Dall’Aula al Museo’ ed è il frutto di una collaborazione strategica avviata lo scorso anno con il prof. Giorgio Bacci del dipartimento Sagas dell’Università di Firenze: l’obiettivo dell’iniziativa, che ha coinvolto due giovani studentesse del corso magistrale di Storia dell’arte contemporanea, Stefania Delia Previti e Rebecca Ricci, è avvicinare arte, formazione e ricerca". Tra i dipinti esposti, anche lo splendido ’Autoritratto’ degli anni Venti, parte del ciclo ’Demolizioni’ sui cambiamenti urbanistici della Capitale sotto il regime fascista, e due versioni della serie ’Fiori Secchi’.

"I cani silenziosi se ne vanno via" è invece il titolo della prima mostra personale della giovane artista toscana Francesca Banchelli, realizzata nell’ambito del bando "Exhibit Program" della Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIBACT e con il contributo della Fondazione CR Firenze: si tratta dell’ottavo appuntamento con Duel, "un progetto di ricerca e sperimentazione - ricorda Risaliti - che vuole valorizzare la collezione permanente ed aggiornare il pubblico sulla qualità degli artisti emergenti". Il percorso espositivo nasce da un dialogo con l’opera "Apocalisse", dipinta da Scipione nel 1930, e selezionata dall’artista poco prima della diffusione globale della pandemia: onirico, surreale, visionario, il linguaggio della Banchelli unisce materiali e ambiti distinti, dal teatro alla danza, dai video alla pittura fino alla scultura e al suono. Il tema centrale è quello dei fuggitivi, singoli individui o piccole comunità sospese tra il passato ed il futuro, tra il naufragio del mondo presente e il possibile approdo verso una nuova società fondata sulla centralità dell’uomo e sui bisogni condivisi della collettività.