di Giovanni Ballerini
"Lo show è un viaggio attraverso i 30 anni della mia storia artistica, raccontato con la musica delle canzoni e con le splendide immagini dei visual proiettate sugli schermi – spiega Max -. La struttura rimane immutata sostanzialmente rispetto al grande evento della scorsa estate a San Siro, adattando ovviamente il palco alle dimensioni dei palazzetti". Si chiama Max30 #Hitsonly ed è un’occasione da non perdere per tutti i fan per riascoltare dal vivo i brani più amati della carriera da solista di Max Pezzali e tutti i grandi successi lanciati come leader degli 883. L’inarrestabile tour del grande Max, che a 55 anni continua a galvanizzare appassionati di ogni dove, fa tappa al Nelson Mandela Forum di Firenze per ben tre concerti, stasera, domani e domenica. Dopo aver celebrato i suoi 30 anni di carriera con la doppia data a San Siro, la festa del cantautore nato a Pavia nel 1967 riprende nei Palasport per continuare in giro per l’Italia. Per questo viaggio indietro nel tempo, che fa rivivere le emozioni, è stato creato un grande spettacolo basato esclusivamente sulle hit della carriera di Max, in una parola #Hitsonly. Non a caso la scaletta, che non poteva che iniziare con "Sei un mito", in trenta indimenticabili canzoni, si trasforma nella scusa per il pubblico di cantare a squarciagola i brani preferiti. Da Nord Sud Ovest Est" a "Come Mai", da "Gli Anni" a "La regola dell’amico". Ma, arriverà anche il momento per intonare l’inno "Hanno ucciso l’uomo ragno", la canzone che nel 1992 dette inizio a tutto, quando gli 883 erano un duo, che accanto a Pezzali vedeva Mauro Repetto.
Ci sarà insomma l’imbarazzo della scelta per dare fondo al canto libero di quanti hanno sempre amato il cantautore - motociclista degli anni ’90, la sua spontaneità, il suo talento, il suo timbro canoro inconfondibile e la sua timidezza, ma anche le sue multiformi trasformazioni musicali, che hanno reso più maturo ed epico il suo modo di fare musica d’autore e spostato il focus dei testi dalle storie esistenziali dei ragazzi della provincia lombarda a quelle dei ragazzi senza età e latitudine dei nostri giorni. "Per chi scrive canzoni non esiste gioia più grande – spiega Max -. Sono come figli nati in cantina da qualche accordo su una tastiera e da qualche parola su un quaderno, e crescono fino a diventare colonna sonora della vita di tante persone che poi vengono ai concerti a cantarle insieme a me. È una sensazione inspiegabile".