PATRIZIA LUCIGNANI
Cronaca

Amici animali. Incontri un lupo? Ecco cosa fare

L’esperto: "Gli attacchi all’uomo sono rari. In ogni caso è bene comportarsi con cautela"

Un lupo

Firenze, 8 ottobre 2020 - Incontrare un lupo nei boschi non è un’esperienza tanto frequente. Ma può capitare. E’ successo ad esempio recentemente ad alcune persone in Lunigiana e in provincia di Livorno. Cosa fare dunque in una situazione del genere? Ne abbiamo parlato con un esperto, Duccio Berzi, che si occupa come professionista di lupi da quasi trent’anni. A livello nazionale collabora e ha collaborato con molte amministrazioni pubbliche ed enti di ricerca. Attualmente è uno dei coordinatori del programma di monitoraggio nazionale della specie, promosso dal Ministero dell’Ambiente.

Cosa si deve fare - e cosa non si deve fare - se si incontra un lupo o un branco di lupi?

Incontrare un lupo o addirittura un intero branco è un episodio abbastanza infrequente, ma negli ultimi anni con l’avvicinamento della specie a centri urbani, può capitare, soprattutto a chi si sposta di notte con mezzi a motore. In questi casi la specie appare meno impaurita, non riconoscendo distintamente la nostra sagoma e non percependo il nostro odore, coperto dai gas di scarico. Per questo in rete girano tanti video di lupi “tranquilli” ripresi da trattori, auto, etc. Il lupo è un selvatico che di regola teme l’uomo e fugge più o meno repentinamente alla nostra vista, ma non è infrequente che la specie non mostri paura o che si mostri temporaneamente indifferente alla nostra presenza. Come per altri selvatici è bene comportarsi con cautela, soprattutto nel caso in cui l’animale si trovasse in una situazione dalla quale ha difficoltà a fuggire o nei pressi di una preda o fonte alimentare. In questi casi è bene allontanarsi, ma senza mai fuggire. Nel caso in cui il lupo fosse ferito o imprigionato in lacci o altro invece è doveroso rivolgersi alle strutture competenti del territorio, senza intervenire direttamente. In ogni caso è bene ricordare che gli attacchi all’uomo realmente documentati sono davvero rari nel contesto europeo.

I lupi, come altri animali selvatici, si avvicinano sempre di più ai centri abitati?

Il lupo è una specie in espansione un po' in tutta Europa. Essendo una specie territoriale tende a diffondersi velocemente, andando a colonizzare via via aree meno vocate, fino a saturare il territorio, ma mantenendo densità relativamente basse e commisurate con le risorse disponibili. In questa fase è quindi possibile che animali in dispersione o anche coppie riproduttive, spinti dalla territorialità, arrivino ad avvicinarsi a centri urbani. L'elevata disponibilità alimentare del nostro territorio (in particolare di ungulati selvatici) e la presenza di un mosaico paesaggistico vario e ricco di aree boscate ed incolte, nonché l'adattabilità ecologica della specie, fanno il resto. Ma spesso è il nostro comportamento a condizionare le scelte del lupo: lasciare fuori da casa cibo per cani o gatti, così come altri resti commestibili di attività zootecniche o agricole, può attrarre carnivori selvatici, tra cui il lupo. Questi comportamenti, spesso inconsapevoli, sono alla base di molte situazioni "problematiche" che sempre più frequentemente osserviamo in Italia.

In Italia i lupi sono in aumento? Si, dagli anni '70 la specie è in continua crescita, grazie all'elevata disponibilità di prede selvatiche e alla dinamica positiva di boschi ed incolti, che assicurano aree rifugio e siti tranquilli per la riproduzione. Secondo le ultime stime la popolazione italiana si attesta sui 2.000 animali, ma è facile che in realtà siano più numerosi, ad esempio dagli ultimi dati relativi alla Regione Toscana acquisiti dal gruppo di studio del professor Apollonio, si documentano oltre 100 gruppi riproduttivi, quindi nel periodo post nascite ci possiamo attendere una popolazione di indicativamente 500-600 lupi o ibridi selvatici, solo per questa regione. Al di la dei numeri assoluti, per i parametri della specie, sono densità decisamente alte.

E per i nostri animali da compagnia ci sono pericoli?

E’ giusto dire che il rischio è basso ma in effetti esiste, i casi di attacco a cani e gatti sono limitati ma documentati in molti contesti italiani, con veri e propri focolai che hanno scatenato forti tensioni sociali, ad esempio nel Pistoiese, in Casentino, come nel Reggiano o nel Parmense. Sono dinamiche legate all’alta densità di animali. Sarebbe opportuno che si adottassero da parte della cittadinanza dei comportamenti adeguati, evitando di favorire l’inurbimento della specie, ad esempio eliminando tutte le fonti trofiche disponibili per questi animali ed evitando di lasciare cani fuori da casa legati a catena, come spesso purtroppo accade.