Amici animali. Nuova vita per i lama del Chianti

Sono stati trasferiti nel Centro di recupero animali selvatici della Maremma (Crasm)

I due lama Camilla e Carolina  e il piccolo Kuzco di pochi giorni

I due lama Camilla e Carolina e il piccolo Kuzco di pochi giorni

Firenze, 2 dicembre 2020 - Per diversi anni hanno vissuto nel Chianti, suscitando ovviamente molta curiosità tra coloro che avevano la fortuna di incontrarli. Ora per loro si sono aperte le porte del Crasm, il centro di recupero animali selvatici di Semproniano (Grosseto), dove potranno vivere tranquillamente senza essere disturbati. Parliamo di lama. Sì esatto: proprio lama.

Ma come erano finiti i lama nei boschi del Chianti? A questa domanda risponde Fiora Branconi, presidente dell’associazione Sos Animali onlus che nei giorni scorsi ha catturato due lama adulti e un cucciolo. «Probabilmente i lama erano fuggiti una quindicina di anni fa dallo zoo parco di Cavriglia, in provincia di Arezzo, e avevano trovato rifugio nei boschi del Monteluco, una località nel comune di Gaiole in Chianti. Il branco iniziale contava diversi esemplari, forse più di una decina. Il fatto che ad oggi fossero sopravvissuti solo tre adulti, fa ben capire come l’ambiente boschivo non fosse loro congeniale. Il maschio adulto, padre del piccolo nato da qualche giorno, era deceduto circa 20 giorni fa, attaccato da un branco di cani randagi. Le due femmine Camilla e Carolina e il piccolo Kuzco adesso sono al sicuro, nutrite e controllate presso le strutture del Centro Recupero Animali selvatici della Maremma».

Il dottor Francesco Bruni, uno dei due veterinari che si sono occupati della cattura dei lama, ci racconta come sono andate le operazioni. «La cattura dei lama è stata possibile per una serie di situazioni: la collaborazione dei carabinieri forestali di Siena, della polizia provinciale e dei carabinieri di Gaiole, ha permesso l’accerchiamento degli animali in un ambiente tutto sommato favorevole. La sedazione degli adulti si è resa possibile solo grazie a questa collaborazione di forze, perché naturalmente gli animali non sono stati certo collaborativi e abbiamo dovuto effettuare alcuni tentativi prima di riuscire a sedarli per poterli caricare sul mezzo adibito al loro trasporto. A quel punto abbiamo dovuto ancora pazientare fino a quando gli animali non si sono svegliati per poter viaggiare in sicurezza fino al centro di recupero a Semproniano».

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