
Ambiente, le sfide del futuro : "Emergenza isole di calore . Meno parcheggi, più aree verdi"
di Antonio Passanese
Ingegner Stefano Corsi, l’azione più importante per ridurre il caldo afoso a Firenze è aumentare il verde urbano, riducendo l’effetto isola di calore e favorendo la circolazione dell’aria. Lei cosa propone?
"E’ necessario progressivamente ridurre lo spazio delle strade occupato dalle auto e riconvertirlo in zone pedonali con verde. Questo consente di abbassare le temperature di 10-20 °C, senza dimenticare tutti i benefici sulla qualità dell’aria e sul benessere delle persone. Inoltre negli interventi di rigenerazione urbana, cioè di recupero, è necessario dare priorità all’incremento del verde. Consideriamo che a Firenze abbiamo solo 20 metri quadri di verde ad abitante, dove in Italia la media è di 35 e in molte città europee è di oltre 100".
Qual è la situazione dei parchi e dei giardini nel capoluogo?
"Direi buona, poi dipende molto da caso a caso. Soprattutto i parchi più piccoli e marginali spesso sono meno curati, e potrebbero essere riqualificati. L’approccio alla realizzazione dovrebbe basarsi sempre di più su una progettazione qualificata e integrata che consideri substrato, arbusti, specie ornamentali e alberi di alto fusto. Non si tratta di mettere piante ma di creare un continuo vegetale che crei un ambiente da fruire. In generale, poi sono sicuramente importanti la manutenzione, il decoro e la sicurezza".
Per realizzare il ponte della tramvia per Bagno a Ripoli verranno abbattuti 35 alberi, 25 solo nel parco dell’Albereta flagellato, nel 2015, da un tifone. Il Comune dice che pianterà più arbusti, ma prima che crescano ci vorrà tempo. Per una infrastruttura è giusto sacrificare il patrimonio verde?
"I benefici della tranvia sono talmente importanti che si tratta di un sacrificio più che giustificato. Numericamente è ininfluente, in città ci sono circa 80mila alberi e ogni anno ne vengono piantati diverse centinaia se non migliaia. Le alberature non sono eterne e in città è inevitabile che ci sia un ricambio. L’importante è che aumentino".
Firenze ha molti parchi e giardini pubblici, per far sì che questi vengano frequentati anche d’estate secondo lei ci dovrebbe essere un massiccio aumento delle piante? E quali consiglia?
"Bisogna scegliere specie che sopportino i cambiamenti climatici e poco allergeniche. Non si può fare una lista, bisogna passare dall’idea di piantare un albero a quello di progettare il verde, usando più specie che funzionino bene insieme".
Lei in passato ha parlato di ombreggiature e verde rimovibili, di cosa si tratta?
"Era riferito al centro storico: il Comune potrebbe sperimentarli in alcune aree, ma con un approccio scientifico attraverso studi, modelli e misurazioni. Sicuramente professioni e università potrebbero dare un contributo".