Carlo Casini
Cronaca

Alvaro Vitali e gli Imprevisti da ridere: "Ci mancherà, grande professionista"

Il ricordo del regista Alessandro Ingrà: "Lo aspettavo il 5 luglio sul set per il sequel del film girato insieme"

Avrebbe dovuto recitare il 5 luglio sul set de ’Gli Imprevisti 2’, il sequel del quarto film dei registi Alessandro Ingrà e Alberto Cavallini (una produzione FilmAlex), presentato a dicembre al Coliseum film festival di Roma. Ma Alvaro Vitali è venuto a mancare prima di tornare a interpretare il ruolo che tante risate aveva strappato in sala dell’informatore un po’ impacciato dell’ispettore Primo Fineschi (il protagonista, interpretato dallo stesso Ingrà) nella seconda avventura della commedia poliziesca girata tra le province di Firenze, Siena e Arezzo anche in questi giorni.

Ingrà, quando vi siete sentiti con Alvaro Vitali l’ultima volta?

"Si era sentito con Alberto Cavallini un paio di settimane fa, era già all’ospedale, però sembrava che si fosse ripreso tanto da concordare la data del 5 luglio. Purtroppo non ce l’ha fatta (ieri si sono svolti i funerali a Roma, ndr). È una grande perdita: Vitali ha fatto la storia del cinema comico".

Cercherete un altro interprete o cambierà la sceneggiatura? "Non sarà facile sostituirlo, era unico. Vediamo".

Negli ultimi anni era stato dimenticato, ma non da voi.

"L’abbiamo voluto sul set perché il ruolo del personaggio un po’ grottesco, un po’ comico, dell’informatore era proprio cucito su misura per lui, veramente adatto a un poliziesco. E l’abbiamo voluto anche nel sequel, però il destino ci ha messo i bastoni tra le ruote".

Come lo ricorda?

"Gli anni e la salute incidono perché, anche se non sembra, fare l’attore è molto faticoso. Non ci sono orari, ti devi spostare tanto. E soprattutto nei polizieschi ci sono tante scene d’azione impegnative: io posso interpretare il mio ruolo perché ho fatto una preparazione atletica da un anno, altrimenti non ci sarei riuscito. Lui avrebbe avuto tre scene recitate senza sforzi fisici, ma corpose e molto carine, costruite sulla sua figura".

Un aneddoto dall’ultimo set?

"Con lui respiravi proprio il cinema vero degli anni ‘70-’80. Era un grande professionista: gli avevamo spiegato la parte in due secondi e lui aveva capito tutto al volo tutto".