REDAZIONE FIRENZE

Altro che mare: "Un’oasi felice. Qui si sta bene"

Giovanni, 88 anni svela come battere la malinconia "Con l’aiuto reciproco si superano tutti i problemi".

Un ospite dell’RSA di Villa Bracci: Giovanni Rondoni, 88 anni

Un ospite dell’RSA di Villa Bracci: Giovanni Rondoni, 88 anni

FIRENZENon è il burraco, né la tombola e neppure la musica di Villa Bracci a a conquistare Giovanni Rondoni, 88 anni, ma l’atmosfera. "È un’oasi felice dove puoi andare quando non vuoi stare a casa", racconta. "Io vengo qui con mia moglie Lucia. Siamo sposati da cinquant’anni. Non so se sono tanti. Scelga lei. Si fa tanta conversazione con le persone e i volontari sono splendidi. Mi creda, sono una cosa meravigliosa". Giovanni e Lucia trascorrono così gran parte della loro estate. Insieme agli amici, in un luogo che li fa sentire accolti e coccolati. "La cosa che mi piace di più di questo posto è l’armonia, fa bene al cuore. L’ha detto anche mia moglie, che non è proprio la persona più ottimista del mondo (ride, guardandosi intorno perché lei non lo senta ndr)".Ricorda le estati passate: "La Firenze di un tempo? Nei mesi caldi abbiamo sempre cercato di starci il meno possibile. Il clima è torrido e non puoi fare granché. È una conca e oggi più che mai non si respira". Poi aggiunge: "Lo sapeva che i Medici avevano fatto tagliare tutti gli alberi di monte Morello per far passare un po’ di vento nella nostra città? Almeno con un po’ di fresco i fiorentini erano più disponibili a scherzare, a parlare, a prendersi in giro, la nostra cifra stilistica, sempre con il cuore in mano e mai con cattiveria". Subito dopo si perde nella nostalgia, raccontando le sue estati più belle. Quelle trascorse lontano da Firenze, al mare con i suoi bambini, sua moglie e i suoi suoceri. Ma anche oggi è felice e ringrazia il direttore e i volontari (più di mille) della Rsa per rendere quel posto così accogliente.Anche Giovanni poi, come Michele, vorrebbe dare un consiglio alle nuove generazioni. L’esperienza degli anni e l’ambiente dove si sente a suo agio, lo portano a chiedere: "Vuole sapere qual è la chiave di tutto? Lo vuole sapere davvero? È trovare un punto fermo nella vita. Può essere qualunque cosa. Una religione, una qualsiasi, o un insieme di valori. Trovare qualcosa di importante. Se non abbiamo qualcosa di stabile in cui credere e a cui appoggiarsi, con il primo soffio di vento siamo perduti". Spiega: "Ho lavorato all’università per tanti anni. Ho incontrato tantissimi ragazzi e a tutti ho detto la medesima cosa: è importante non perdersi e non farsi distruggere dalla solitudine. Se hai dei punti di riferimento riuscirai a risollevarti nei momenti più bui della vita. Bisogna circondarsi di persone che ci sostengono. Trovare i nostri simili su cui contare, con cui puoi parlare e stare bene. Io ho sperimentato nella vita che se ci si aiuta l’un l’altro si superano tutti i problemi e le difficoltà. Questo posto ne è una prova".e.b.