"Allerta Squid Game", la preside lancia l’Sos

La dirigente scolastica di Rignano e Incisa avvisa famiglie e docenti: " I ragazzi ne parlano continuamente, dobbiamo salvaguardarli"

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di Iacopo Nathan

Può una serie tv coreana, visibile sul servizio in pay-per-view Netflix, diventare una problematica sociale per i più piccoli? A quanto pare sì, vista la decisione di alzare il livello di guardia presa dalla dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Rignano-Incisa Valdarno. "Con la presente si sensibilizzano famiglie e i docenti a prestare particolare attenzione, a casa e a scuola, al “gioco” di Squid Game. Nato da una serie sudcoreana in programmazione televisiva da qualche settimana, sta spopolando tra i più giovani, amplificato anche dal social TikTok. Emulando quanto appreso nella serie, i bambini “giocano” a 1, 2, 3 stella e, imitando gli attori, dispensano calci e pugni ai compagni di gioco. Si mettono in guardia le famiglie e i docenti, affinché vogliano prevenire gesti pericolosi per la sicurezza della popolazione scolastica".

Non è la prima volta che i bambini imitano, travisando, scene o protagonisti di film e serie tv, ma da quando i social ne sono diventati cassa di risonanza, la questione è diventata sempre più seria. Se poi si tratta di Squid Game, attualmente la serie più guardata al mondo, la situazione rischia di diventare molto pericolosa. In sintesi, nelle puntata della serie ideata da Hwang Dong-hyuk, un gruppo di persone in gravi difficoltà economica mettono in gioco la loro vita per soldi, cimentandosi nelle classiche attività da bambini, come per l’appunto ‘un, due, tre, stella’. Nella serie, coloro che dopo il classico conteggio si muovono vengono mitragliati e uccisi. In simil modo, i ragazzi dopo il tre, emulando gli attori, colpiscono quelli che vengono visti muoversi con calci e pugni, con conseguenze anche gravi, come già successo a Roma e Torino.

La produzione è infatti diventata un cult, e grazie al tam tam di internet, ormai anche tra i più piccoli è scoppiata una vera e propria mania, anche se è da sottolineare come Netflix abbia impedito la visione ai minori di 14 anni.

Da qui è nato l’allarme, a scopo preventivo, lanciato dalla direttrice scolastica di Rignano - Incisa Valdarno, Silvia Svanera,rivolto a genitori ed insegnati. Alla domanda se alcuni episodi simili si fossero già verificati, la preside risponde: "In una comunità di minori è un’azione necessaria – spiega –. I ragazzi ne parlano con insistenza. E nelle scuole primarie e secondarie è importante prevenire. L’emergenza sociale post covid è elevata. Poi ogni dirigente conosce la situazione dei propri alunni e nel mio istituto ho inteso tutelare situazioni fragili. Il clamore mi è sembrato eccessivo".

L’episodio, però, non è solo circoscritto all’istituto di Rignano - Incisa, come già detto, ma ha colpito tutta l’Italia. In particolar modo nella capitale sono stati costretti ad intervenire anche i carabinieri, dopo varie segnalazioni di violenza nella scuola elementare Istituto Santa Dorotea. A Torino, invece, secondo il racconto di uno studente, i ragazzi avrebbero preso a schiaffi chi non riusciva a capovolgere righelli e astucci, per emulare una scena della serie. La Fondazione Carolina che si occupa di cyberbullismo ha lanciato una raccolta firme indirizzata all’AgCom e alla Garante dell’infanzia e dell’adolescenza per fermare la trasmissione della serie sudcoreana. "Qualcuno storcerà il naso, ma oramai sembra l’unico strumento possibile a difesa del principio di incolumità dei minori", spiegano.

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