
"Si ride dei fallimenti, di uomini che hanno perso ma in un modo unico, spettacolare, diciamo pure con talento. Ma al tempo stesso si riflette sul senso della vita e sull’importanza di provarci e non arrendersi mai".
Così Andrea Muzzi, attore, autore e regista toscano, con sua comicità graffiante e mai scontata, porta di nuovo in scena lo spassoso spettacolo teatrale "All’alba perderò". L’appuntamento è per stasera alle 21,15 all’Anfiteatro di Villa Strozzi.
Dal palco al set, e ritorno?
"Esattamente. La versione cinematografica, vagamente ispirata dallo spettacolo teatrale, è andata molto. E ora ho deciso di tornare a teatro per continuare a celebrare il trionfo del fallimento, per mostrarlo non come una catastrofe ma come un semplice ostacolo da superare".
A teatro lo spettacolo va in scena dal 2015: quale è il segreto del successo?
"Forse è proprio il modo positivo con cui affronto i fallimenti, che poi è sempre stata la mia filosofia di vita. Lo spettacolo nasconde in sé un grande potere terapeutico che aiuta a far riflettere sull’insuccesso e a ripartire con serenità. Penso che dietro ogni evoluzione ci sia sempre un fallimento, quindi impariamo a fallire perché è di vitale importanza".
Chi sono i protagonisti del fallimento?
"Ci sono il pugile Eric Crumble che è salito sul ring 31 volte e ha subito 31 ko di fila, il samoano Trevor Misapeka, 130 kg di peso, ha accettato di correre contro la sua volontà (e la sua stazza) i 100 metri alle Olimpiadi del 2001. E, ancora Giancarlo Alessandrelli, portiere di riserva della Juventus negli anni 70’, dopo 10 anni di ‘onorata’ panchina, scende finalmente in campo e in soli 20 minuti riesce a prendere tre gol. Tra le ultime new entry anche il giapponese di Formula Uno, Takachiho Inoue, considerato il peggior pilota, colui che è riuscito a tamponare la safety car e ammettere candidamente: ero distratto".
Barbara Berti