"Al lavoro tutti i giorni per 13 ore: vado via" La rivolta di Rashed contro l’azienda

Stremato dalle pretese del capo, sceglie di licenziarsi. Presidio dei sindacati davanti alla ditta a Campi

Il lavoratore Abdul Rashed con il sindaco Emiliano Fossi

Il lavoratore Abdul Rashed con il sindaco Emiliano Fossi

Firenze, 21 maggio 2022 - "Entravo alle otto di mattina e uscivo la sera alle 21, un’ora di pausa, dal lunedì alla domenica per uno stipendio da mille euro o poco più. Ho dovuto lavorare anche con il Covid e i giorni di assenza sono risultati come malattia. Ora basta".

A denunciare la condizione di sfruttamento è Rashed Abdul, operaio di 26 anni, originario del Bangladesh, in Italia dal 2013. Tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 ha iniziato a lavorare alla pelletteria "Blc srl" di via Nenni a Campi, nella zona industriale di Capalle. Ora si è licenziato per giusta causa.

L’operaio infatti esasperato dalla situazione lavorativa e non solo, si è rivolto al sindacato per denunciare tutto. E ieri la Filctem Cgil ha organizzato un presidio davanti alla fabbrica di proprietà di un cinese che era stranamente era chiusa.

"Rashed ha raccontato di dover lavorare più ore del dovuto, senza ferie né festività, con una paga concordata inferiore a quella contrattuale. Quando ha comunicato al titolare di voler lavorare solo per le ore effettivamente pagate, questi gli ha intimato di andare via dalla casa dove lo faceva abitare, con altri lavoratori, in cessione di fabbricato", spiega Alessandro Picchioni di Filctem Cgil che a sua volta ha denunciato quanto appreso agli organi competenti e ha chiesto all’azienda di regolarizzare l’intercorso rapporto di lavoro.

Nella pelletteria, è stato riferito dal sindacato, la situazione sarebbe poco ‘chiara’. "Quello che gli operai chiamano ‘capo’ non risulta l’effettivo proprietario - dice il sindacalista - e anche sapere quanti operai ci sono non è semplice, almeno una trentina, forse di più". Il primo dubbio è che non tutti i lavoratori - la maggioranza sono cinesi, qualche pakistano e bengalese e due italiani - abbiano un regolare contratto. "La situazione di Rashed non è isolata, nonostante il grande impegno e la collaborazione degli organi ispettivi territoriali che ringraziamo. Siamo preoccupati per le varie denunce di sfruttamento sul lavoro nei nostri territori. Con le controparti e le istituzioni dobbiamo far vivere i protocolli firmati sul tema e portare avanti insieme le buone pratiche per far emergere i casi, premiando chi ha il coraggio di denunciare", prosegue Picchioni che chiede alla Regione di approvare il prima possibile il protocollo anti-sfruttamento sul lavoro per la presa in carico sociale delle vittime.

Il sindacato adesso si sta battendo per trovare una nuova collocazione per Rashed e alcune aziende si sono già proposte. "È una vergogna che nei nostri capannoni e nelle nostre campagne ci siano persone sfruttate", dichiara il sindaco Emiliano Fossi, presente al presidio con la fascia tricolore proprio per dimostrare la vicinanza delle istituzioni.

"Deve essere una priorità la lotta a questa che è tra le forme più brutali di illegalità. Un fenomeno diffuso e troppo spesso sminuito, che fa male anche al sistema delle imprese, altera la concorrenza e impoverisce la filiera, indebolisce la forza del brand dei nostri territori. Il ministro Andrea Orlando e l’assessora regionale Alessandra Nardini stanno facendo molto, le organizzazioni pure, ma serve un ulteriore scatto anche della politica e delle istituzioni nel denunciare, discutere e accompagnare la lotta a questa pratica infame" sostiene il primo cittadino di Campi che già nei giorni scorsi si era mosso anche per la situazione di via Carcerina dove cinque operai sono stati licenziati perché avevano chiesto di riposare il giorno di Pasquetta.

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