REDAZIONE FIRENZE

Al Gobetti-Volta Albero dedicato a Roberto Frezza

Al Gobetti-Volta Albero dedicato a Roberto Frezza

Un albero, una vita che cresce giorno dopo giorno, nel giardino del Gobetti Volta ricorda Roberto Frezza. Venti anni, promessa del calcio, ex studente dell’istituto superiore di Bagno a Ripoli, è morto poco più di un anno fa per un incidente assurdo, difficile da accettare. Scavalcando un cancello, era entrato di notte nella sua ex scuola insieme a un amico. Salito sulla scala antincendio, forse per un selfie, ha perso l’equilibrio ed è morto per i traumi riportati nella caduta. Nessuno potrà mai dimenticare Roberto. E per farlo continuare a vivere in quella scuola che ha tanto amato, i suoi compagni di classe e i docenti hanno piantato un simbolo di vita con un cartello e una dedica: "Perché la luce che emanava possa illuminare la via di ogni studente". In un lungo toccante scritto rivolto agli studenti di oggi e di domani, viene ricordato come Roby amasse "questo posto e ogni momento trascorso qua dentro. Vi direbbe di godere di ogni istante di questo percorso, di cercare e vivere l’amore, di vivere per quello che vi appassiona e lottare per questo, di godere appieno ogni secondo della vostra vita, di credere in voi stessi. Vi direbbe di essere curiosi, entusiasmarvi, ridere, gioire e stupirvi del mondo, della vita, della natura". All’inaugurazione di albero e dedica, erano presenti anche i familiari di Roberto, i sindaci di Bagno a Ripoli Francesco Casini e di Scarperia San Piero (dove il ragazzo abitava) Federico Ignesti e il preside Simone Cavari, oltre ai suoi compagni di classe e ai suoi professori. Questo il post che il sindaco Casini ha scritto sulla sua pagina Facebook: "Radici per terra, testa verso il cielo. Caro Roberto, non c’era cosa più bella di un albero, simbolo di vita, per ricordarti. I tuoi amici, i tuoi familiari, i tuoi compagni di classe e i tuoi professori hanno voluto posarlo proprio lì, nel giardino del Gobetti-Volta, poco lontano da dove nel gennaio scorso hai perso la vita in un incidente assurdo, ancora difficile da accettare".

Manuela Plastina