EMANUELE BALDI
Cronaca

Calci in faccia per la collanina. "Mi hanno massacrato di botte, solo un tassista mi ha soccorso"

Aggredito alle spalle da tre uomini in pieno giorno alla fermata Paolo Uccello della tramvia. Ventenne fiorentino sotto choc: "Stavo rincasando, mi hanno pestato nell’indifferenza generale"

Immediati i soccorsi

Firenze, 4 settembre 2023 – “Come sto? I dolori stanno passando, lo spavento no". Piccole polveriere urbane, le fermate della tramvia del quadrante ovest della città si confermano ancora una volta delle mine di violenze cieca e spicciola pronte a esplodere se il malcapitato di turno poggia il piede nel momento sbagliato.

E’ successo a Andrea, fiorentino, 24 anni, un carattere mite come la sua voce che s’increspa più volte mentre racconta dell’aggressione brutale e improvvisa di cui è stato vittima giovedì pomeriggio.

In pieno giorno mentre rincasava a bordo di Sirio verso San Frediano dal posto di lavoro, a Scandicci.

“Sono arrivato alla fermata Paolo Uccello dove scendo ogni pomeriggio. – attacca a raccontare Andrea – Neanche il tempo di mettere il piede per terra che mi sento aggredire alle spalle da tre uomini, giovani direi, tra i 20 e i 30 anni". Andrea ricostruisce l’accaduto. "Ero al telefono con mia madre e non mi sono accorto di quello che stava succedendo, – riprende – mi hanno preso all’improvviso, strattonandomi. Mi sono ritrovato per terra con la maglia strappata e ho visto la mia catenina per terra".

A quel punto il ragazzo prova a darsi alla fuga con la forza dei vent’anni. Attraversa la strada di corsa e imbocca via del Pignoncino. Il problema è che il terzetto non molla. "Mi hanno rincorso offendendomi in ogni modo, io continuavo a correre ma ha un certo punto mi hanno raggiunto e scaraventato per terra". ’Pezzo di m...’ e parole di ogni genere. Poi i pugni e i calci in faccia.

“Quando mi hanno tirato una pedata nello zigomo ho temuto il peggio. Urlavo aiuto, ma nessuno si fermava nonostante fossero le cinque di pomeriggio". Qui interviene la mamma: "E’ la cosa che gli ha fatto più male, credetemi, al di là delle botte c’è stata l’indifferenza delle persone. Capisco che oggi la gente abbia paura, però...".

Poi arriva il salvatore della storia. "Un tassista ha visto e ha capito tutto, ha fermato la macchina e quelli come lo hanno visto sono rimasti spiazzati mentre io mi sono buttato dentro la macchina istintivamente". Il tassista rimette in moto, tranquillizza Andrea e lo riaccompagna a casa nel vicino quartiere di San Frediano dove abita con i nonni. L’incubo finisce qui, con cinque giorni di prognosi, diversi lividi e tanta rabbia mista a tristezza.

"Poteva andare peggio...". Sì, è vero. Ma la frequenza di certi episodi inizia a inquietare.