
Il Tar annulla la circolare del Viminale che imponeva l’identificazione di persona. Funaro: "Tenute aperte due strade: sicurezza e decoro. Il divieto rimane attivo".
di Pietro Mecarozzi
I giudici del Tar del Lazio hanno dato ragione ai proprietari dei b&b, annullando la circolare con cui il ministero dell’Interno – lo scorso 18 novembre – aveva imposto ai gestori di strutture extralberghiere l’obbligo di check-in con l’identificazione di persona, anche in presenza di sistemi digitali o automatizzati. La sicurezza non può diventare un alibi per introdurre obblighi fuori legge. È questo, in estrema sintesi, il principio affermato nella sentenza. A presentare ricorso davanti ai giudici amministrativi è stata la Federazione delle associazioni della ricettività extralberghiera.
Cosa c’entra con tutto ciò Firenze? Dal 25 febbraio è entrato in vigore in città il divieto di posizionare sul suolo pubblico le cosiddette ’keybox’, le scatoline per le chiavi che vengono frequentemente attaccate sui muri e per strada nelle città turistiche dai proprietari di appartamenti affittati ai visitatori. Il regolamento comunale vieta l’uso di questi dispositivi per due motivi: decoro urbano e sicurezza pubblica. In virtù, proprio per questo secondo motivo, anche della circolare del Viminale – più volte citata negli atti dell’amministrazione fiorentina – che vietando il check-in da remoto e obbligando quindi il visitatore e il gestore dell’alloggio a incontrarsi, rende in pratica inutili le keybox (pur senza vietarle).
In altre parole, una delle due colonne portanti – la sicurezza – su cui regge il regolamento del Comune di Firenze è stata demolita dalla sentenza del Tar Lazio che giudica la misura in aperto contrasto con la riforma dell’articolo 109 del Tulps introdotta nel 2011, quando lo Stato – per favorire la semplificazione amministrativa – aveva eliminato l’obbligo di verifica fisica dell’identità degli alloggiati.
Rimane in piedi però la questione del decoro. Sul quale, nelle ultime settimane, hanno fatto perno tutte le operazioni di rimozione forzata – con tanto di tenaglia spacca lucchetti – anti keybox (chi contravviene alla norma rischia anche una multa di 400 euro). Mentre sul versante della sicurezza, per il momento, sono ’solo’ in corso indagini della polizia municipale, che a questo punto, forse, non vedranno mai la luce.
Ma cosa succederà adesso? Nella pratica, pressoché nulla. La delibera del Comune aveva preso in dote la circolare ministeriale, adottando tuttavia come core la direttiva sul decoro della città e la tutela del centro storico. Come conferma anche la sindaca Sara Funaro: "Prendiamo atto della sentenza – spiega –, ma in realtà per i nostri regolamenti non cambia niente, sia per quello sulle keybox sia per quello sulla regolamentazione degli affitti brevi. Rimangono validi perché la sentenza non tocca questi aspetti".
Soprattutto sulle norme contro le ’scatoline’, continua la sindaca, "avevamo tenuto aperte due strade: da una parte la sicurezza e da una parte l’area Unesco per le questioni di decoro, per cui il divieto rimane attivo. Detto ciò, io rimango convinta che ci sia un tema di sicurezza, bisogna aprire un confronto per mettere in campo le azioni per tutelare tutti quei luoghi dove vengono fatti gli affitti brevi".