Ad aprile l’udienza "Calatruria"

Ad aprile davanti al giudice. E’ stata fissata dal gup, Fabio Gugliotta, l’udienza preliminare a carico dei dodici imputati del filone “Calatruria“, procedimento che si interseca con quello del keu con il suo ultimo sviluppo che coinvolge alcune note aziende orafe aretine. La figura di raccordo tra i due procedimenti è Francesco Lerose, l’imprenditore ritenuto vicino al clan calabrese Grande Aracri: nel filone “politico“, nei suoi impianti di Pontedera e Bucine, avrebbe smaltito i veleni di concerie ed orafi, mentre in Calatruria sarebbe inserito in un’associazione per delinquere che con intimidazioni in stile mafioso avrebbero messo ko la concorrenza nel settore edile e delle costruzioni: tra le presunte vittime, un’impresa che stava lavorando al cantiere della Sr 429, nell’Empolese. Con Lerose, 53 anni, residente a Pergine, sono imputati Domenico e Bruno Vitale; Nicola, Ambogio e Antonio Chiefari, tutti originari di Guardavalle; Graziano Cantini della “Cantini“ di Vicchio, Nicola Verdiglione, Pasquale Barillaro, Rocco Bombardiere, gli aretini Massimo Melucci e Luca Capoccia. L’udienza è convocata per il 3 aprile. La Regione Toscana è indicata dai pm Paolini e Tescaroli come persona offesa.

ste.bro.

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