Sciopero bis nei musei fiorentini, subito dopo il G7 del turismo. Se il 5 novembre è in programma l’astensione dal lavoro agli Uffizi, Palazzo Pitti, al polo museale della Regione e all’Opificio delle Pietre Dure (ma lunedì è convocato un tavolo in Regione), il 16 novembre sciopereranno gli addetti ai servizi museali di Galleria dell’Accademia e Musei del Bargello. La mobilitazione è promossa da Filcams Cgil Firenze e UilTucs Toscana, a pochi giorni appunto dal G7 del turismo in città, previsto dal 13 al 15 novembre.
"Si tratta di una vertenza emblema dell’overtourism – spiegano i sindacati in una nota – dove non si redistribuisce l’enorme ricchezza prodotta. Come per la gara di concessione degli Uffizi, chiediamo ancora una volta, alla luce del cambio di gestore, il mantenimento delle condizioni economico-normative delle lavoratrici e dei lavoratori, compreso il contratto integrativo".
I sindacati evidenziano come, nonostante i ripetuti tavoli di confronto, non sia ancora chiaro "che fine faranno le lavoratrici e i lavoratori (circa 90) attualmente impiegati nei servizi di bigliettazione, accoglienza, bookshop e didattica. Fin qui ci sono state date rassicurazioni deboli e la stessa Ales spa, che dovrebbe subentrare a Opera laboratori, non si è mai presentata ai tavoli". I rappresentanti dei lavoratori aggiungono: "Non sappiamo ancora nulla sulle procedure e sulle clausole sociali previste per tutelare le maestranze". Da qui la richiesta di mantenere, nel cambio di gestore, "le condizioni economico-normative, compreso il contratto integrativo, perché nessun percorso di riforma e cambiamento può essere fatto sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori".
Questa vertenza, concludono Filcams Cgil Firenze e UilTucs Toscana, come quella degli Uffizi, "è emblematica di questo sistema dell’overtourism, che non intende affatto re-distribuire l’enorme ricchezza prodotta ai lavoratori che sono i veri protagonisti. Questo vale infatti per i beni culturali, per gli addetti al turismo, che hanno il contratto collettivo nazionale scaduto da ormai sei anni, e per quelli della ristorazione e dei pubblici esercizi, dove nonostante i recenti rinnovi dei relativi contratti nazionali permangono problemi di dequalificazione del lavoro e di irregolarità diffusa".