MANUELA PLASTINA
Cronaca

Accademia dei Georgofili. Il miracolo della rinascita dopo la strage del ’93

Il presidente Massimo Vincenzini racconta l’impegno in questi 31 anni "Ora sfide e trasformazioni enormi dettate dal cambiamento climatico" .

Accademia dei Georgofili. Il miracolo della rinascita dopo la strage del ’93

Accademia dei Georgofili. Il miracolo della rinascita dopo la strage del ’93

Sono passati 31 anni da quella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993, quando il nome dei Georgofili, suo malgrado, è risuonato in tutto il globo per la ferita inferta da un attentato che ha ucciso 5 vite. Una purtroppo triste fama per un’Accademia che da 271 anni promuove il settore dell’agronomia. Quella notte fu una svolta decisiva nella storia della gloriosa istituzione, come ricorda il presidente Massimo Vincenzini.

Presidente, da quel momento il vostro nome è diventato noto a tutti.

"Abbiamo ricevuto la solidarietà di tutto il mondo, ma non solo a parole: oltre ai curiosi che venivano a vedere in che condizioni eravamo, abbiamo ricevuto un moto solidale incredibile che non si è esaurito in pochi giorni. Giovani e non sono venuti a darci una mano, preziosissimi per la ricostruzione".

Una sorta di “angeli“ della solidarietà?

"Un movimento spontaneo che ha dato una mano materiale a recuperare documenti, libri, suppellettili, manodopera per ricostruire la sede, le stanze, gli impianti. C’era chi trasportava documenti e chi donava acqua per i volontari. Abbiamo ricevuto così tanta solidarietà che l’allora presidente Scaramuzzi dovette dire basta, ringraziando tutti. In meno di tre anni abbiamo riaperto la nostra Accademia così violentemente danneggiata".

Un moto solidale commovente.

"Segno di un paese straordinario che, come da sotto la cenere, emerge dal sopore ad ogni tragedia e momento di necessità collettiva. Bisognerebbe riuscire a tenere questo fuoco vivo anche in tempi normali".

Anche l’Accademia è rinata da sotto la polvere.

"E’ stato un miracolo riuscirci in così poco tempo. Ma è rinata più forte e determinata di prima, ricca: 250 anni ininterrotti di storia alle spalle e speranzosa nell’importanza della divulgazione dell’agricoltura, unica attività umana di cui non possiamo fare a meno. Tutto, dalla stanzialità dell’uomo primitivo allo sviluppo di città, servizi e mestieri, nasce dall’agricoltura".

Qual è l’impegno scientifico attuale dell’Accademia?

"Siamo chiamati, mai come nel passato, ad affrontare sfide gigantesche: l’agricoltura deve provvedere a dar da mangiare a una popolazione in crescita, a trasformarsi in base ai cambiamenti climatici in atto, a contribuire a non erodere ulteriormente le risorse del pianeta per non togliere opportunità a chi verrà dopo di noi".

In che modo?

"Con l’impegno quotidiano di 1.141 accademici tuti volontari, di cui un’ottantina di stranieri, con 89 eventi scientifici realizzati solo lo scorso anno in cui hanno preso la parola 914 relatori e hanno partecipato 15 mila persone, con un sito internet da cui scaricare liberamente libri, documenti, materiale dal valore inestimabile. Stiamo anche digitalizzando il nostro archivio storico".

I giovani sono ancora attratti dall’agricoltura?

"Poco perché non la conoscono. Siamo fermi all’immagine bucolica dell’uomo con la zappa e del pastore con le pecore. Il settore agricolo invece è visione tecnologica, è competenze di matematica e fisica, è tecnologie spaziali, sensori da remoto, attività di tipo robotico, è necessario aggiornamento. Ci occupiamo proprio di questo: di sostenere i giovani agronomi e di divulgare il vero settore agricolo".