LORENZO OTTANELLI
Cosa Fare

San Francesco, storia di un santo moderno

Lo spettacolo di Giovanni Scifoni in scena domenica sera al Teatro Romano di Fiesole

Lo spettacolo a Fiesole domenica sera

Lo spettacolo a Fiesole domenica sera

Firenze, 6 settembre 2025 – Dove lo trovi un santo che parla con i lupi, che predica agli asinelli e che scrive una delle composizioni più longeve del Medioevo come il Cantico delle Creature? Per domenica sera a Fiesole, al Teatro Romano, alle 21 in uno spettacolo scritto e interpretato da Giovanni Scifoni, sotto la regia di Francesco Ferdinando Brandi e con le musiche originali di Luciano Di Giandomenico (produzione di Mismaonda e Teatro Carcano con Viola Produzioni).

Questo «Fra’- San Francesco la superstar del Medioevo’ è un santo moderno, che dal buio della sua cella, cieco e devastato dalla malattia racconta e predica la bellezza, capace di far ridere, piangere, cantare e ballare, proprio come un attore del XXI secolo. Era una figura estremamente popolare, d’altronde, il vero Francesco, che raccontava il mistero di Dio in ogni forma e per farlo lo raffigurava, come accadde a Greccio, nel paese in cui inventò il primo presepe al mondo. Un uomo davvero unico, che da Assisi girò il mondo, incontrò i più importanti regnanti dell’epoca, pose la sua dottrina sopra a tante altre. Eppure, non era il solo che predicava la povertà e il ritorno al Vangelo, distante dagli orpelli di una Chiesa che al tempo era tacciata di simonia. Era un uomo peculiare, con un proprio carisma, con i suoi insegnamenti che oltrepasseranno i secoli e che porteranno papa Bergoglio a scegliere il suo nome per un rinnovamento unico e indispensabile anche nella Chiesa odierna.

Un segnale di un medioevo distante e vicino, con le sue attenzioni alla natura, alla vicinanza tra i popoli e immerso in una continua tenzone tra imperi. Giovanni Scifoni, artista eclettico che da anni ruota attorno alle figure della cristianità, a programmi televisivi, tra Che Dio Ci Aiuti e Tv2000, lo porta sul palco in una versione pop, nel racconto della sua vita in pellegrinaggio, fino al logoramento del corpo, le stigmate a La Verna e poi la morte. Come un performer, Francesco balla e canta, immerso in una figura a tutto tondo che non santifica, al contrario ne mostra l’umano, tra la fragilità e l’ostinazione, ma anche l’ironia, in una simbiosi tra teatro, musica e narrazione. Ed è proprio la musica a farsi contemporanea e rasentare la techno, seguendo il filo conduttore libero dello spettacolo, in un incontro tra sacro e profano, di intelligenza, che piace a chi crede e a chi apprezza il messaggio.