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Cosa Fare

Firenze, la Riottosa apre per la prima volta le sue porte alla città

Il 18 maggio dalle 15 una giornata di visite, racconti e futuro condiviso

Firenze, La Riottosa apre per la prima volta le sue porte alla città

Firenze, La Riottosa apre per la prima volta le sue porte alla città

Firenze, 15 maggio 2025 – Un nuovo spazio pubblico tra il Galluzzo e la Certosa prende vita con una giornata di visite, racconti e futuro condiviso. Domenica 18 maggio, a partire dalle ore 15, nell’ambito dell’iniziativa Ciclabiliamo il Galluzzo, la Riottosa apre per la prima volta le sue porte alla cittadinanza. Una passeggiata libera all’interno di uno spazio storico, affacciato sul vecchio percorso per la Certosa, che segna l’inizio di un nuovo cammino di apertura e restituzione alla comunità. La Riottosa, conosciuta anche come ex Telegrafo, è un bene di proprietà dello Stato situato tra la Certosa di Firenze e il centro abitato del Galluzzo. Grazie alle iniziative di valorizzazione dell’Agenzia del Demanio, Lama Impresa Sociale si è aggiudicata la concessione dell’immobile attraverso il un bando pubblico rivolto agli Enti del Terzo Settore (art. 71 del Codice del Terzo Settore) promosso dall’Agenzia in collaborazione con il Q3 del Comune di Firenze. L’obiettivo è trasformare questo compendio agricolo di circa 1,5 ettari, oggi non utilizzato, in uno spazio culturale, ambientale e sociale a servizio del quartiere, grazie a un modello di gestione condivisa e di attivazione progressiva. L’immobile sarà oggetto di interventi graduali di recupero, che comprenderanno anche l’uliveto, il pozzo, le aree verdi e il camminamento pedonale che collega la Riottosa alla Certosa di Firenze, fino alla riapertura completa prevista per la primavera 2026.

Un po' di storia

Per secoli, il terreno oggi noto come Riottosa è stato l’orto della Certosa: ortaggi, vigne, alberi da frutto e grano disegnavano il paesaggio. I campi si estendevano anche sui terrazzamenti del Monte Acuto, coltivati dai cosiddetti “contadini de’ frati”. Negli anni successivi alla costruzione della cabina del telegrafo, avvenuta nel 1949 ma forse già presente dagli anni ’20, l’edificio fu utilizzato dalle Poste e Telegrafi per ricevere e trasmettere segnali tra città come Ancona, Roma, Livorno e Bologna. Il telegrafo rimase attivo per circa vent’anni, dopodiché l’uso dello spazio proseguì per qualche tempo con semplici attività di manutenzione. Negli anni l’edificio divenne sede di varie esperienze di riappropriazione sociale degli spazi, in quel periodo ha assunto il nome di Riottosa, crasi tra Riot e Certosa.

La riapertura

Il 18 maggio è la data di un passaggio simbolico e operativo: la Riottosa torna visibile e accessibile, e comincia il suo nuovo cammino a vocazione collettiva. Durante il pomeriggio, sarà possibile visitare liberamente lo spazio, ascoltare il racconto del luogo, conoscere il progetto di trasformazione e contribuire portando le proprie idee e ricordi. L’ingresso è libero, senza prenotazione, dalle 15:00 alle 18:30. “Crediamo nel potere trasformativo dei luoghi e delle comunità, per questo ogni nostro intervento è un’occasione per generare valore condiviso, attivare connessioni e contribuire alla costruzione di spazi pubblici più aperti, inclusivi e significativi per chi li vive – “Per noi di LAMA Impresa Sociale la Riottosa è molto più di un intervento di rigenerazione urbana: è l’occasione per mettere in pratica tutto quello in cui crediamo. È un luogo da restituire alla collettività, ma anche un contesto concreto dove sperimentare nuove forme di cittadinanza attiva, inclusione sociale e cura del territorio”. "Un bene fino ad oggi abbandonato, con una storia particolare - ha commentato l'assessora alle politiche giovanili Letizia Perini - viene trasformato in risorse preziose per la collettività e, soprattutto, per i giovani e le famiglie. Grazie alla collaborazione con l’Agenzia del demanio e al progetto di Lama Impresa Sociale sarà valorizzato un bene pubblico, un particolare e meraviglioso angolo della città, che diventerà un luogo di incontro e condivisione soprattutto per i giovani ma con ricadute positive per l’intera comunità". “Un progetto importante per il Quartiere che valorizza la Riottosa e tutta la sua parte monumentale - ha dichiarato la presidente del Quartiere 3 Serena Perini - rimaste per molto tempo inaccessibili alla cittadinanza. Ancor più importante che si tratti di un progetto culturale e ambientale che vede al centro i giovani e che riuscirà a coinvolgere tutte le realtà del territorio. Desidero, infine, ringraziare Lama Impresa Sociale per il grande lavoro svolto”. “L’appuntamento di domenica rappresenta un momento simbolico: la riapertura di uno spazio, radicato sul territorio e rimasto a lungo chiuso, alla città. Una sorta di anteprima di quello che potrà diventare grazie al progetto di rigenerazione urbana di Lama Impresa Sociale. Siamo soddisfatti che il percorso avviato qualche anno fa con l’Agenzia del Demanio per il recupero a fini sociali e culturali della Riottosa, poi trasferito dentro il Piano Operativo, abbia avuto l’esito auspicato e che questo spazio possa tornare ad essere pienamente fruito dai fiorentini e dalle fiorentine” - ha dichiarato l’assessora all'urbanistica Caterina Biti.

Un laboratorio per i green commons

In tutta Europa, città e territori si confrontano con sfide ambientali, sociali e spaziali sempre più intrecciate, che richiedono una profonda revisione del modo in cui progettiamo, viviamo e governiamo gli spazi verdi. Il degrado ecologico, l’aumento delle disuguaglianze e l’indebolimento dei legami comunitari mostrano chiaramente i limiti di approcci tecnocratici e top-down alla sostenibilità. In questo scenario, gli spazi verdi non possono più essere considerati semplici infrastrutture ricreative o cuscinetti ambientali, ma luoghi condivisi, dove comunità, istituzioni e forme di vita non umane possano coabitare, negoziare e prendersi cura del territorio. La Riottosa vuole diventare uno spazio pubblico vivo, un laboratorio locale di beni comuni verdi. Il progetto nasce per trasformare questo ex compendio agricolo, oggi sottoutilizzato e situato tra il Galluzzo e Ponte a Ema, in un presidio territoriale fondato sull’integrazione tra pratiche artistiche, sensibilità ecologica e coinvolgimento attivo delle comunità. In linea con le strategie europee – dal New European Bauhaus alla Strategia sulla Biodiversità 2030 – il progetto mira a riattivare la Riottosa attraverso percorsi di ascolto, immaginazione e cura collettiva, esplorando modelli di gestione condivisa e trasformazione partecipata. L’approccio si fonda su un insieme di strumenti e metodi che spaziano dall’arte sociale alle soluzioni basate sulla natura, con l’obiettivo di costruire un modello replicabile di spazio verde urbano co-creato e co-gestito, in dialogo con il territorio e aperto alla sperimentazione. L’obiettivo è rigenerare uno spazio verde urbano attraverso l’arte e la cultura, utilizzandole come strumenti di innovazione ecologica e sociale, coinvolgendo comunità diverse nella co-progettazione e nella cura dello spazio per rafforzare il senso di appartenenza e responsabilità. Il progetto mira a sviluppare e condividere strumenti e metodologie per una governance partecipativa e sostenibile degli spazi pubblici verdi, trasformando la Riottosa in un hub territoriale per attività culturali, educative e ambientali. In questo contesto si inseriranno residenze artistiche e interventi site-specific capaci di interpretare il luogo e attivarne nuove funzioni, insieme alla creazione di una “cassetta degli attrezzi” con strumenti replicabili in altri contesti. Il percorso favorirà la nascita di nuove alleanze tra cittadinanza, artisti, istituzioni e attori del territorio per una gestione collaborativa e duratura degli spazi verdi.