
La mostra
Firenze, 3 luglio 2024 - È un viaggio tra passato e futuro quello che i visitatori possono compiere al Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria. Cosa resterà della nostra epoca? Se lo sono chiesti gli studenti della scuola secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo «G. Gonnelli» di Gambassi Terme e Montaione stimolati dai loro docenti di arte e di scienze, Marco Catone, Anna Gessato e Cristina Francalanci.

Quello che ne è scaturito è una serie di “fossili contemporanei” diventati una vera e propria mostra ospitata nella prestigiosa sede del Museo Fiorentino di Preistoria, in via dell’Oriuolo 24, entrata Biblioteca delle Oblate. L’esposizione resterà aperta fino al 31 ottobre e sarà visitabile con i seguenti orari: lunedì 14-18.30; martedì e giovedì 9.30-12.30 e 15.30-18.30; mercoledì e venerdì 9.30-12.30 e sabato 10-13. Il progetto, formativo ed inclusivo, ha visto il coinvolgimento della Stamperia Braille della Regione Toscana e dell’Unione Italiana Ciechi di Firenze oltre che del laboratorio "Vietato Non toccare" dell'Università di Siena.
Ogni oggetto esposto è un calco in polietilene di elementi di uso quotidiano, reinterpretati come reperti archeologici del futuro. L'allestimento stimola i visitatori a riflettere su come la nostra epoca potrebbe essere interpretata tra 20.000 anni, sottolineando il rischio di proiettare le nostre prospettive contemporanee sul passato. E' stato pubblicato anche un libro-catalogo che illustra i temi alla base del progetto e della mostra. Gli studenti hanno creato i "fossili del futuro" utilizzando tecnologie moderne e varie tecniche artistiche. Hanno riflettuto sul concetto di fossilizzazione, come spiegato dalla docente di scienze Anna Gessato, considerando come essa possa avvenire anche in condizioni create dall'uomo, come le discariche.
Questo parallelo ha stimolato discussioni tra gli studenti e ha reso la fossilizzazione un tema centrale del progetto. Come spiega Fabio Martini, presidente del Museo Fiorentino di Preistoria: “Cercare le radici del nostro presente nelle epoche antiche è il compito dell’archeologo. Gli oggetti che oggi fanno parte della nostra quotidianità saranno i reperti che i futuri archeologi utilizzeranno per capire il senso e le modalità del mondo contemporaneo. Questa mostra è un’occasione per riflettere su cosa significa lasciare traccia di sé e su come potrebbero essere interpretati questi oggetti in futuro”. A questo proposito il professor Catone aggiunge: “Attraverso la contemplazione di questi fossili moderni, il visitatore è invitato a riflettere su come la storia futura potrebbe percepire la nostra società, i nostri costumi e la nostra tecnologia. In un mondo in costante evoluzione, dove il progresso tecnologico è incessante, il percorso museale ci ricorda che anche il presente, prima di diventare passato, costituisce un
capitolo significativo nella lunga narrazione dell'umanità”.La dirigente scolastica Maria Antonia Lai dell'Istituto Comprensivo "G. Gonnelli" di Gambassi Terme e Montaione ha espresso il suo apprezzamento per il progetto, sottolineando l'importanza di questa iniziativa educativa e culturale, sottolineando come il territorio circostante sia ricco di fossili che i bambini scoprono spesso durante le loro passeggiate, diventando protagonisti delle loro storie e giochi. "Conoscere il passato per immaginare il futuro e cambiare il presente è l'ambizione più alta che la scuola possa avere", ha affermato Lai. Gli studenti delle seconde e terze medie sono stati i principali artefici di questo progetto, ma anche ex allievi ora alle superiori hanno contribuito e partecipato all'inaugurazione della mostra. "Speriamo che l'esposizione ispiri i visitatori a vedere il nostro mondo con occhi diversi, riconoscendo il valore degli oggetti comuni come testimonianze della nostra era", ha dichiarato Martini. La mostra "Fossili del Futuro" è un invito a riflettere su come la nostra epoca potrebbe essere interpretata in futuro. Gli oggetti di uso quotidiano di oggi potrebbero diventare gli enigmi archeologici di domani, trasformando la modernità in una preziosa eredità per le generazioni future.
Maurizio Costanzo